Dal quarantesimo posto dell’anno scorso, alla vittoria di oggi: la rivincita di Paris con la Saslong

Un anno fa da queste parti andava via sconsolato, con l’espressione di chi preferisce essere da tutt’altra parte. Di chi pensa cosa ci faccio qui? Era meglio rimanere a casa a giocare con i figli. Quarantesimo in discesa… Poi il quinto posto nella discesa di Kitz, il podio in superG a Cortina hanno un po’ rimesso le cose a posto, ma non poteva essere contento della sua stagione. Dominik Paris ha avuto la forza di non arrendersi, di sistemare davvero le cose che dovevano essere sistemate. Oggi ha vissuto quella sorta di rivincita con se stesso, con la Saslong, con lo sci. Felice, sorridente come non lo si vedeva da tempo. Che si ferma nelle interviste, guardando la discesa di Alliod. Lo abbraccia Innerhofer, lo abbracciano tutti. Domme a 34 anni c’è sempre. Emozionato quasi fosse la prima volta.

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«Ha faticato nella scorsa stagione, e quasi mi son perso, ma in questi mesi tutti insieme abbiamo preso le decisioni giuste e siamo riusciti a trovare la quadra. Ho trovato fiducia nella prima gara, avevo buone sensazioni, oggi in partenza ero molto tranquillo, non ho voluto strafare, ho sciato molto sciolto, sul Ciaslat anche più rotondo, sapevo che potevo fare la differenza sui salti, ma al traguardo è stata una sorpresa anche per me. Davvero non me l’aspettavo».

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C’è poi quel rapporto di odio-amore con la Saslong. «Su questa pista poi ci ho sempre provato, ma non sono mai riuscito a trovare il giusto feeling. E alla fine esci anche di testa. Quest’anno l’ho affrontata con maggiore serenità, il set-up era perfetto, gli sci dei missili, la neve anche un po’ diversa del solito, molto più veloce: una vittoria che vuol dire veramente tanto». E così eccolo sul gradino più alto del podio con un bel margine su Kilde. La prima discesa vera vale la vittoria numero 22 in Coppa del Mondo, ma anche tanta fiducia per la nuova stagione. Gli ricordano che la prossima è Bormio, ma lui glissa. «Vediamo le sensazioni nella prima prova sulla Stelvio…».

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