Il decimo posto di Dominik Paris, su una Stelvio in queste condizioni, non può certo rappresentare il risultato sperato, da lui in primis. Ma visto il difficile inizio di stagione, è senza dubbio uno squillo. La discesa di Bormio, che ha domato per sei volte (sette vittorie con il superG), era il banco di prova e la gara della svolta. Il podio non è arrivato, la top 5 neppure, ma prima di tutto a Domme serviva ritrovare un po’ di fiducia. Non è certo la persona più felice del parterre, non è neppure così abbattuto e raccoglie questo piazzamento che potrebbe servire a cambiare marcia. «Io sono contento, ho praticamente fatto punti per la prima volta quest’anno – dice -. Bormio è sempre la solita, stancante, da metà sei cotto e bisogna tenere duro, ma oggi forse era più dura la pista…».
Non parla moltissimo, ma Domme è fatto così anche quando vince. Sul superG di domani mette un po’ le mani avanti. «Sarà difficile ripetere un risultato del genere, io metterò comunque tutto in pista». Segno che c’è ancora da lavorare e che le sensazioni non sono ancora delle migliori. Arriva tra poco il mese di gennaio, il mese dei grandi velocisti, iniziato proprio oggi con la celebre discesa sulla Stelvio. «Gennaio? Vedremo (ride, ndr) non sarà così facile. Sicuramente c’è ancora da lavorare, vedremo che cosa salterà fuori».
Ma tra le sue considerazioni ce n’è una che fa riflettere in modo particolare. Ed è il paragone che l’azzurro fa con gli altri. Con i vari Kriechmayr e Kilde. «Sono i migliori da anni – esclama – Aleks poi è giovane, sta crescendo tantissimo, si vede perché si butta giù, ha coraggio e la gioventù lo aiuta a buttarsi ancora più giù». Quasi a sottolineare che invece lui, re della Stelvio e di Kitz, amante del brivido e delle sfide più difficili, sembra non avere più. Quasi a dire, il tempo passa…
Ma come dice Domme il mese della velocità è appena iniziato. E lo aspettiamo nelle altre grandi classiche, in modo particolare nella sua Kitz, dove il suo grande amico Beat Feuz saluterà a 35 anni.