Ora Feuz e’ il favorito, anche se Hirscher…

Comprensibili le lacrime di Ivica Kostelic sul podio di Sochi. Un atleta conosce bene il suo corpo e le reazioni che esso può avere in caso di problemi, a maggior ragione uno che agli ortopedici ormai ‘da del tu’ da anni. E così il tentativo di confermarsi al comando della overall e bissare il successo dell’anno scorso per il croato diventa mission impossible. Anche dovesse rientrare in tempo record a Kranjska Gora.
Il calo di rendimento nelle discipline veloci (l’anno scorso primeggiava addirittura in superG e in discesa era a ridosso dei dieci costantemente) avrebbe comunque costretto Ivica a rendere al massimo per sperare di spuntarla, sfruttando le gare a lui favorevoli: slalom a Bansko, parallelo a Mosca, slalom a Kranjska Gora, slalom alle finali di Schladming. Le quattro gare di gigante sono ‘terreno minato’, dato che Feuz, il più diretto concorrente, non è proprio ‘fermo’ in quella disciplina, così come Kostelic non è un fulmine di guerra. Anzi, ha sempre definito il gigante come suo punto debole. Crescono dunque le quotazioni di Beat Feuz: il giovanotto dell’Emmenthal ha a disposizione due superG a Crans Montana, discesa e due superG a Kvitfjell, discesa e superG alle finali di Schladming. È in un momento di grande forma e, come ci ha detto nell’intervista esclusiva che abbiamo pubblicato a gennaio, «quando uno sta bene e i risultati arrivano, il morale cresce e allora può succedere qualunque cosa. Vi ricordate Carlo Janka due anni fa?». Bisogna vedere, però, se Beat reggerà la pressione di passare da quasi-sconosciuto a favorito per la vittoria finale: Ice-man ce l’aveva fatta, ora tocca a lui.
Chi può insidiare Feuz? Marcel Hirscher, ad esempio. Parte con 150 punti di ritardo, ma ha quattro giganti e due slalom in cui potenzialmente può fare bottino pieno. E potrebbe anche decidere, contrariamente a quanto ha sempre dichiarato, di buttarsi in superG per raccimolare qualche punticino. Un rischio da valutare se si considera la posta in palio: diventare eroe nazionale in Austria. Poi c’è Didier Cuche: sta per disputare l’ultimo scampolo di una gloriosa carriera e vede improvvisamente un barlume di speranza di far sua la tanto sognata sfera di cristallo. Le gare a lui favorevoli sono le stesse di Feuz, solo che parte con quasi 300 punti di ritardo per questa ‘volatona’. Dovrebbe riscoprire la vena da gigantista che sembra ormai esaurita. Più o meno la stessa situazione di Aksel Lund Svindal. Solamente che lui è l’unico davvero polivalente: se uscisse dal torpore tecnico e agonistico in cui sembra essere caduto, è l’unico che può fare punti pesanti in discesa, superG, gigante.
Romed Baumann è più che altro una suggestione: anche lui ha a disposizione le stesse gare di Svindal, è molto in forma, ma obiettivamente parte davvero da lontano (350 punti da Feuz). E Kostelic? Abbiamo detto che è fuori dai giochi, ma è davvero così? Ha 70 punti di vantaggio su Feuz. Ci ha abituati a miracoli. Se dovesse rientrare a Kranjska Gora, avrebbe ancora due slalom su cui puntare e tutte le altre gare in cui sicuramente si butterebbe giù come una belva ferita. Dipende da quanto impattante sarà l’intervento chirurgico e da come procederà il decorso fisioterapico. Se gli avversari non fanno harakiri, è un’impresa impossibile. Ma la Coppa del Mondo di sci ci ha abituati a questo ed altro.

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