Snowboard cross: Moioli-Visintin, la prima volta nella team è d’argento

È la prima volta che nello snowboard cross si assegnano le medaglie a squadre e l’Italia, una delle più forti al mondo, va subito a segno. Non è arrivato il tanto atteso oro, ma la coppia Michela Moioli e Omar Visintin è comunque d’argento. E va bene così, sopratutto per la bergamasca che voleva a tutti i costi salire sul podio, dopo la brutta caduta nell’individuale. Si è fatta trascinare da Omar, alla seconda medaglia in questi Giochi che è anche l’undicesima per l’Italia, che migliora il risultato di PyeongChang. A Zhangjiakou, sotto la neve, gli azzurri hanno chiuso alle spalle della binomio americano, formato da Nick Baumgartner e Lindsey Jacobellis; medaglia di bronzo invece al Canada con Eliot Grondin e Meryeta Odine.

Grande giornata per l’Italia che piazza anche la seconda squadra in finale, ma un po’ di rammarico per una medaglia alla portata e sfumata dopo una caduta di Caterina Carpano, che ha gareggiato insieme a Lorenzo Sommariva. «Sono forti e siamo una squadra forte» dicono in coro i due medagliati. «Oggi ci tenevo veramente tanto a fare una medaglia con Omar. Era la prima volta di questa gara alle Olimpiadi e alla fine è una possibilità di medaglia in più. Io ero tesa, molto, però avevo Omar che, oltre a partir davanti, mi ha trascinato con la sua tranquillità e positività, e ho cercato solo di fare una bella gara. In finale ho dato tutto ma purtroppo la Jacobellis è stata più veloce. Va bene così. È comunque un argento di squadra, una bella prova anche per me perché dopo l’altro giorno ero in down. Questi due giorni ho fatto fisioterapia alle caviglie, per i postumi della caduta nel singolo, poi Omar ha fatto il bronzo e mi son gasata tantissimo. Son andata alla cerimonia di premiazione, la prima che vedevo di un mio compagno, e mi ha caricato». 

Una gara di coppia, tensione per due perché il risultato lo imbastisce chi è davanti che non può cadere per non compromettere tutto, per poi passare il testimone alla compagna che ha il compito di andare a segno e completare l’opera. «Ci avrei messo una firma per l’argento e il bronzo – spiega Omar -. Dopo la gara individuale sapevo che la prova a squadre sarebbe stata una grossa possibilità di medaglia, soprattutto con Michela che è in formissima. Ho lavorato nell’ultimo mese e mezzo per essere qui dopo l’infortunio; i medici mi avevano detto che ce l’avrei fatta ed io ho cercato di vivermela bene, anche se non fossi stato al 100%. Sicuramente perdendo un mese completo di allenamento mi ha tolto forza nel braccio e nella parte alta del corpo. Quel mese l’ho sfruttato per riposarmi, per star tranquillo e godermi la vita a casa».

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