Un Christof Innerhofer diverso, il giorno dopo. Non tanto per il tempo o il piazzamento.
«Oggi mi sono divertito, ho trovato, o meglio ritrovato, le sensazioni giuste, ho fatto belle curve dove mi sentivo di nuovo sicuro. Quello che nei giorni scorsi non mi era mai successo, quando non ho mai trovato l’appoggio. Anche oggi la fiducia non c’era ancora, ci ho messo un po’ per trovare il ritmo, a prendere confidenza, ho sciato all’80, 90 per cento delle mie possibilità, alcuni tratti erano buoni, perché ho sentito bene lo sci e sono riuscito a farlo tagliare senza sporcare. È stato difficile, ma volevo rialzarmi e ho cercato di farlo».
Un (mezzo) sorriso all’arrivo, consapevole che c’è ancora molto da fare. «Abbiamo avuto la possibilità di allenarci a Bormio, e sapevo quale poteva essere essere il set-up che mi piaceva di più, quello che mi avrebbe permesso di trovare le sensazioni migliori. Ma ripeto, adesso mi trovo meglio in discesa che in superG. Solo che ho fatto l’analisi di questi tre giorni: ho sempre fatto lo stesso tempo, non sono mai riuscito a migliorarmi a differenza di tutti gli altri. Da fuori sembra facile, ma l’ho anche detto agli allenatori: non so come fare per migliorare tre decimi. Se non riesci a spingere, fai fatica ad arrivare in fondo, diventa solo un sopravvivere alla gara».
E adesso? «Di sicuro tornerò sui miei passi per il set-up, avevo deciso di lavorare su sci e scarponi diversi, tornerò alle vecchie misure».
Ma c’era anche il morale da migliorare e la gara di oggi ci ridà un Inner molto più fiducioso.