Ok, c’è l’oro e va bene così. Ma ha senso questo format del parallelo? Due tracciati – da ammissione degli stessi atleti – decisamente diversi e diversamente veloci. Sulla blu bastava difenderti, se riuscivi a stare sotto il mezzo secondo tanto meglio, altrimenti il massimo svantaggio erano sempre i soliti 50 centesimi, anche se ne beccavi molti di più. Così sulla rossa rimontavi e vincevi, in pochi ce l’hanno fatta dalla blu. Meillard per esempio, che è partito sempre dalla rossa per primo, e si è arreso solo in semifinale a Zubcic per soli due centesimi, ma quando era lui sulla rossa aveva ben più di mezzo secondo.
Anche Marta Bassino ha ammesso di avere avuto fortuna, non soltanto per quel centesimo che le è servito per entrare nella gara dalla qualificazioni, anche per essere sempre partita dalla blu, per poi attaccare dalla rossa. Il vantaggio di Federica Brignone era sicuramente superiore ai 50 centesimi dopo la prima run, nella blu ne ha beccati 62 da Marta ed è rimasta fuori appunto per 12. E che dire della sfida Bassino-Worley? Addirittura pari, ma conta il tempo della seconda discesa. E se conta il secondo, quello sul tracciato più veloce, il best crono è certamente il tuo. Per non parlare della finale, dove c’è voluta una sorta di protesta degli austriaci per assegnare il doppio oro.
Insomma, questo parallelo al debutto mondiale non è che abbia convinto troppo. A Sestriere alcune stagioni fa avevano cercato di disegnare due tracciati identici con l’uso dei Gps, ma è difficile trovare la perfezione. Se la Fis vuole andare avanti con il parallelo, meglio di sicuro la doppia manche che la singola, ma perché 50 centesimi di default alla fine della prima? Il regolamento è questo, lo sapevano tutti prima della partenza, ma forse dopo questo debutto iridato non è tempo di cambiarlo perché è chiaro che un tracciato sarà sempre più veloce di un altro?