Velocità femminile e quella maschile: futuro e storie diversi

Il piatto dell’Italia piange. La nazione che ospita i Mondiali non è ancora riuscita a cancellare lo zero dal medagliere, mentre l’Austria con tre ori è davanti a tutti, anche a una Svizzera che nell’albo d’oro ha già collezionato sette metalli. L’Italia invece si lecca le ferite e dovrà quasi certamente ridimensionare il suo obiettivo iniziale. Che era di almeno quattro medaglie, una in più rispetto ad Åre. Speriamo di sbagliarci, ma le prime grandi occasioni sono già passate. 

Il settore femminile e quello maschile che hanno due storie diverse. Senza Sofia Goggia, fuori per infortunio, l’Italdonne ha senza dubbio perso molte certezze e garanzie per la discesa e forse anche per il superG. In quest’ultima specialità ci si è aggrappati a Federica Brignone e Marta Bassino, campionesse che hanno dimostrato in più di una occasione di essere competitive in velocità, ma che sull’Olympia delle Tofane sono state frenate da una neve troppo aggressiva. Hanno sbagliato approccio, sappiamo però tutti le qualità e le doti della valdostana e della cuneese. E sappiamo anche che appena dietro di loro c’è una squadra che cresce e che è competitiva. Nicol Delago, ferma per infortunio, Elena Curtoni e Francesca Marsaglia già sul podio, Laura Pirovano e Nadia Delago che fanno passi da gigante, Roberta Melesi che avanza (e che ha appena ritrovato il podio in Coppa Europa). Insomma una squadra che ha un futuro davanti, con atlete ancora molto giovani in rampa di lancio, trainate dalle Elite.

Federica Brignone ©Agence Zoom

Negli uomini tutte le speranze erano (e saranno ancora) riposte sui due veterani della velocità: Dominik Paris e Christof Innerhofer. Matteo Marsaglia ed Emanuele Buzzi faticano, poi va considerato che questa squadra è stata martoriata dagli infortuni quest’anno. L’infermeria è piena con Prast, Schieder, Cazzaniga e con Bosca e Casse che sono appena rientrati in pista. Dietro di loro? C’è davvero poco, basta aprire le classifiche di Coppa Europa per capire la voragine che c’è tra chi oggi vive costantemente il circuito maggiore e gli altri. Pietro Zazzi, classe 1994, ha fatto un quarto posto nella gara continentale di casa, poi c’è un giovane di belle speranze a cui va data la possibilità di crescere. È Giovanni Franzoni, numeri, sciata e atteggiamento confermano che è sulla buona strada e sta crescendo con i giusti tempismi. Il superG della combinata iridata lo conferma. Sulla carta di identità, alla voce anno di nascita, c’è scritto 2001…

Le combinate? Difficile direi se Brignone ha gettato via una medaglia oppure un quarto o quinto posto. Ha senza dubbio perso una grande occasione per dimostrare ancora una volta quanto è competitiva in questa disciplina e per togliersi di dosso forse un peso.

Quello che è stato fino a ieri, ormai, è storia. Oggi inizia il programma delle discipline tecniche e l’Italia torna in pista ancora con lo stesso obiettivo: conquistare la prima medaglia ai Mondiali di casa. Oggi e domani, giornate dedicate al gigante parallelo e al team event, tutto può succedere ed è lecito sperare. Poi arriverà il grande giorno, quello della svolta, quello del gigante femminile in cui è inutile dirlo, ma ci si aspetta tanto, tantissimo da Marta Bassino e Federica Brignone. Nel gigante maschile deve avvenire un miracolo, nello slalom femminile pure, poi l’incognita tra i rapid gates della gara maschile. Torneremo a vedere l’Alex Vinatzer di dicembre? 

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