Nei giorni di “zona rossa” in pista solo le squadre. Stop all’attività dei club

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L’entrata in vigore del Decreto Natale blocca di nuovo l’attività sportiva giovanile e questa mattina la Fisi ha fatto un’altra precisazione. Le notizie non sono positive per gli sci club, che dovranno sospendere l’attività agonistica e dare appuntamento (quasi) al 7 gennaio, giorno in cui «fatte salve eventuali ulteriori disposizioni normative o regolamentari che nel frattempo dovessero essere emanate, si conferma la piena applicazione delle precedenti disposizioni (vedasi nota di interpretazione della Federazione al DPCM 3 dicembre 2020)». È vero, qualche giorno a disposizione ci sarà, ma gran parte dell’attività verrà sospesa.

Nelle festività invece, niente da fare. «Nei giorni 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020 nonché nei giorni 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021 “Zona Rossa” può essere svolta: (i) attività sportiva in forma individuale e all’aperto; (ii) attività sportivo-agonistica, e relativi allenamenti, solamente da parte degli atleti di Squadra Nazionale per i quali lo svolgimento di tali attività sia di fatto assimilabile a motivo di lavoro» recita una nota federale che aggiunge: «nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 “Zona Arancione”, in considerazione del fatto che da tale Decreto-Legge risultano consentiti gli spostamenti all’interno dei propri Comuni, è altresì consentito lo svolgimento dell’attività sportivo-agonistica, e delle relative attività di allenamento, da parte degli atleti di interesse nazionale (secondo la definizione data ai sensi della nota della Federazione di interpretazione del DPCM 3 dicembre 2020 e cioè gli atleti la cui attività sia finalizzata alla partecipazione ad allenamenti o manifestazioni di preminente interesse nazionale), solo all’interno del Comune o nel rispetto delle eccezioni previste nel Decreto-Legge summenzionato (ai sensi delle quali sono consentiti gli spostamenti dai Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, quindi eventualmente anche in un’altra Regione, con esclusione in ogni  caso  degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia».

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