SANTA CATERINA VALFURVA – Ventotto anni di Dervio. Si chiama Stefano Baruffaldi e sulla giacca non ha né la sigla della Fisi, né quella di un gruppo sportivo militare. È un ragazzo che ha 21,70 punti in gigante, è negli 80 al mondo della disciplina e corre per lo sci club Drusciè del presidente Flavio Alberti. Ha sempre inseguito la Coppa del Mondo, un circuito in cui ha gareggiato con pochissima costanza. Con oggi cinque partecipazioni dal 2013: esordio in superG in Val Gardena, poi tre giganti. Oggi ha dimostrato di valere quei punti e la fiducia della squadra azzurra. È un mix tra emozione e qualche sassolino che si toglie. I suoi occhi sono lucidi e a precisa domanda risponde: «Sì sono emozionato». Solo lui sa tutta la fatica che ha dovuto fare per allenarsi e farsi trovare pronto, sapendo di non poter più contare su un gruppo sportivo militare e di dover lavorare per pagarsi le trasferte. «Ho dovuto lavorare nel vero senso della parola per trovare i fondi – racconta -. Ho rinunciato anche a degli allenamenti: non sono più nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, ma sono ancora in Finanza. E poi ho dato una mano a casa: affittiamo appartamenti e mio fratello ha un’impresa edile. È stata dura, ma sono orgoglio di quello che ho fatto».
Ha continuato, lo ha fatto per se stesso, senza dar peso all’opinione degli altri. È andato avanti per la sua strada e oggi, a Santa Caterina Valfurva, sono arrivati i suoi primi punti in carriera. Ventiquattresimo posto nella gara dominata dallo svizzero Marco Odermatt che ha invece tenuto fuori dal podio Alexis Pinturault e Henrik Kristoffersen. «Sono contento di esserci riuscito: è stata una prova di carattere e sono orgoglioso di me stesso – aggiunge Baruffaldi -. E penso anche di meritarmelo: ci ho provato con tutte le mie forze e dico anche che poteva andare meglio: ho fatto tanta fatica». Ripensa a quanto è comoda e bella la sedia del leader, guarda già alle prossime sfide e analizza quello che è successo a Soelden e nel primo gigante di Santa Caterina Valfurva: «Non ero me stesso, ma neanche oggi fino a metà della prima manche non posso essere contento, avevo paura che Zampa o Radamus mi buttassero fuori». Invece con «un po’ di fortuna» questa volta è toccato a lui. E in fondo ha ricevuto applausi e complimenti dai suoi compagni di squadra, quelli del Global Racing, un gruppo di allenamento ad alto livello. «Ma un grazie va anche al Drusciè che mi ha dato una mano – spiega -, appena hanno saputo che ero stato escluso dalle Fiamme Gialle mi hanno aiutato. Li ringrazio, ringrazio la mia famiglia e quelle pochissime persone che hanno creduto in me». Tra le emozioni e la soddisfazione c’è anche spazio per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «La questione delle convocazione è sempre stata pesante, corri sempre con il fucile puntato e non è il massimo, poi sai di avere una certa età e i risultati devono arrivare: non è facile. Io sono contento per me stesso. Se metto insieme il puzzle penso di essere veramente competitivo, ne sono convinto, ma l’ho sempre creduto fin dai primi anni, quando ero in squadra C, forse qualcun altro non ci ha creduto».
Baruffaldi rimane a godersi lo spettacolo fino in fondo, si gode il suo piazzamento, mentre Riccardo Tonetti, ventisettesimo, non è proprio felice di quanto ha fatto. La seconda manche era più semplice della prima, avevo un pettorale migliore ma non sono riuscito a fare quello che mi ero messo in testa prima di partire. C’è un po’ di delusione, nella seconda potevo puntare a qualcosa di meglio, purtroppo la mia condizione attuale non mi permette di fare appieno ciò che vorrei».
Il podio è stato completato dall’americano Tommy Ford , staccato di 73/100, che per soli 2/100 è riuscito a precedere Filip Zubcic, autore di una grande rimonta dopo il ventunesimo posto della prima manche. Prova di carattere per Luca De Aliprandini: dopo la prima manche era quattordicesimo ma con il terzo tempo nella seconda frazione ha chiuso al sesto posto, a 86/100 dal vincitore. Peccato, era partito davvero forte, gli intermedi erano dalla sua parte, Luca si è giocato il podio con l’errore. «Avevo bisogno di una prova così, perché sabato ero veramente demoralizzato della mia prestazione. Oggi sono rimasto tranquillo, nella mia sciata mancava un po’ di fiducia, però mi sono ripreso bene. Peccato l’errorino dopo il secondo intermedio, dove ho perso velocità in vista del piano conclusivo, mi ha lasciato sicuramente un bel rammarico».