«Avevamo già in mente per la prossima stagione di ridurre un po’ il numero di atleti e squadre per differenziare sempre di più il lavoro, adesso con questa emergenza sarà inevitabile». Fabio Milano è il direttore sportivo del’Equipe Beaulard, realtà valsusina con oltre cento tesserati e ben quindici allenatori che opera su Bardonecchia.
«Il nostro è uno sci club agonistico e deve rimanere tale. L’attività ludico-sportiva, quella soft del fine settimana per intenderci, è un’altra ‘cosa’ e possiamo offrirla comunque anche noi attraverso la scuola sci B.Foxes che è collegata al nostro team. Il principio era proprio quello, ‘mettere’ la divisa Equipe a chi volesse fare agonismo: credo che da oggi mancherà tutto il medio livello, tutta quella fascia che sinora era nello sci club ma senza particolari esigenze. Chi avrà risorse e voglia di fare agonismo lo farà come prima, altri ancora decideranno solo di dedicarsi allo sci in modo soft, altri ancora smetteranno. Prevediamo che ci sarà un calo del 15, anche 20%, con l’impatto economico che ci sarà. Ripeto, credo che bisognerà distinguere cosa vuol dire fare agonismo e non agonismo, soprattutto nelle categorie maggiori, altrimenti si rischia di perdere la base sportiva del nostro movimento. La gare promozionali vanno benissimo, ma sono altre quelle che servono per arrivare, si spera, all’alto livello».
Ma come è stata gestita questa emergenza? «Ci sono stati momenti di panico. Abbiamo avuto quindici giorni pieni in più rispetto ad altre regioni, ma eravamo abituati a lavorare tutti i giorni avendo molti valligiani. Di fatto, abbiamo perso quasi due mesi rispetto al programma, gare comprese. Cosa fare? Abbiamo cercato di aiutare le famiglie, offrendo dei bonus per l’estivo, anche se non sappiamo bene cosa riusciremo a fare, ma al tempo stesso di mantenere la parola data ai nostri allenatori che sono tra i pochi che credono ancora nell’agonismo. Sul futuro sono certamente preoccupato».
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