Ci sono ventiquattresimi posti e ventiquattresimi posti. Quello di Alessandro Brean vale tanto, tantissimo. Gigante di Coppa Europa in Germania a Berchtesgaden ed ecco un ventiquattresimo tempo dai molteplici significati. Un ex azzurro il valdostano di Chatillon, un lottatore in forza alla compagine dello Ski Team Cesana. Si divide fra allenamenti sugli sci, una attività commerciale nel campo della birra (perché nella vita non si sa mai e non si possono aspettare i capricci della FISI), la passione per la bici da downhill. Brean è un cane sciolto, nel senso più onorevole del termine ovviamente. Uno che ci crede ancora, consapevole che il sistema dello sci alpino italiano spezza carriere e sogni in maniera precoce, non rende giustizia appiccicando ai Senior l’etichetta di vecchi decrepiti (poi le Olimpiadi e le Coppa del Mondo si vincono a trentacinque anni ma non fa niente). Ale è uno di noi, uno che sogna, uno che sfida il sistema. Uno che mette in fila gli azzurri alle FIS, entra nella top 30 in Coppa Europa, ma ugualmente rimane scomodo, fastidioso, ritenuto bollito. Ale, orgoglioso del marchio nobile degli #InossidabiliSenior, è speranza e lezione reale per chi non ha più fiducia. E’ il segnale, è monito in uno sport che perde sempre più numeri a livello giovanile.
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