Un lungo percorso di preparazione, sette mesi di allenamenti sui ghiacciai senza sosta, in estate e in autunno, senza dimenticare il Natale. Si passa il tempo a costruire tecnicamente gli atleti per arrivare pronti alle prime gare. Tanti sacrifici per incastrare gli impegni e per trovare condizioni idonee all’attività, trascorrendo momenti in gruppo e instaurando amicizie profonde.
Questa fase si conclude con le festività natalizie, poi i mesi di gennaio e febbraio sono dedicati alle gare provinciali, regionali e di qualificazione ai Campionati Regionali e Finali Nazionali. È qui che inizia il tour de force che non lascia respiro ai ragazzi. Corse con i pulmini, giornate limitate, sacrifici scolastici per poter lavorare: l’organizzazione del gruppo deve essere perfetta, al fine di poter fornire il miglior servizio a chi punta all’alto livello, ma anche la possibilità di far crescere atleti che desiderano fare un programma più soft.
Rapidamente si arriva al mese di marzo, quello che decide una stagione intera: ex Trofeo Topolino, Campionati Italiani, Pinocchio, in mezzo anche i Campionati Regionali. Non c’è tregua e i giorni per una rifinitura sono pochissimi. Gli atleti che partecipano a tutti gli eventi hanno almeno 12 gare, con la possibilità di aggiungerne quattro se si qualificano alle fasi internazionali. Aggiungiamoci qualche giornata di allenamento e la presenza a scuola diventa un optional. Quest’anno arriva un’altra novità, che sorride poco al nostro sport. Le prove Invalsi sono state programmate nel mese di aprile, un esame importante per i ragazzi e una stagione agonistica che diventa ancora più compressa. Non sono d’accordo con chi sostiene che dovrebbero esserci meno gare: almeno otto appuntamenti regionali credo siano indispensabili per la crescita dei nostri atleti, lo stesso discorso vale per le prove nazionali; 25 eventi che richiedono 7 mesi di preparazione sono giusti. Come possiamo spalmare meglio questo calendario?
Non ho la soluzione in mano, potremmo però pensare a togliere qualche gara provinciale, programmando le nazionali tra metà febbraio e metà aprile, magari pensando a formule di qualificazioni diverse e togliendo quella tensione che vive dentro i nostri giovani. Per fare combaciare scuola e sci si potrebbe ragionare su una figura all’interno del club che abbia la funzione di tutor scolastico e portavoce all’interno degli istituti. Si potrebbe sfruttare il Decreto Ministeriale che parla di ‘sperimentazione didattica studente-atleta di alto livello’. Insomma, con questi Invalsi messi ad aprile, il nostro sci si complica ancor di più, proviamo a pensare tutti insieme.
Articolo tratto da Race ski magazine 147 di dicembre 2017. Se vuoi acquistare la copia o abbonarti visita il nostro sito.