Erik Guay è stato superlativo e la sua storia delle ultime settimane appare come un film stupendo, ovviamente a lieto fine. La caduta di Garmisch resterà negli annali come una delle più spettacolari e pericolose. Per fortuna, ne è uscito sano e per ovvi motivi non voglio aggiungere altro. Il talento di Erik è indiscusso ed è un esempio di professionista come pochi se ne vedono nell’ambiente. Padre di famiglia, piuttosto schivo con i media, ma sempre gentile e sorridente, al punto da richiamare i sinceri complimenti da parte di tutti gli atleti e tecnici in questi giorni. Preciso e attento nel lavoro e mai frettoloso a rientrare dopo i numerosi infortuni che senza dubbio sminuiscono un palmares che potrebbe essere ben più ricco. Un esteta dello sci, dotato di enorme sensibilità, gran percezione del corpo nello spazio e capacità di assecondare il terreno come pochi. Torna a casa con due medaglie pesantissime, al di là di ogni considerazione su meteo, pista e numeri di partenza.
OSBORNE-PARADIS – Manuel Osborne-Paradis può essere inquadrato come l’esatto contrario di Erik. Estroverso, ironico, personaggio. Tecnicamente non è un mostro, ma la grande esperienza e il lavoro più attento e professionale degli ultimi anni ha dato i suoi frutti. Durante la stagione in corso si è visto in costante e netta crescita. Per questo non era del tutto impensabile che arrivasse alla medaglia ed è una sorpresa fino a un certo punto. Dotato di grandi doti di scorrevolezza, recentemente ha dimostrato anche ottime capacità di creare velocità in curva, tenendo giù il piede come si dice in gergo e sciando più pulito. Questo anche grazie al lavoro atletico svolto, indispensabile per eccellere. Un bronzo fantastico in super G e attenzione al finale di stagione.
GLI ALTRI – Come detto, parliamo di un team piccolo nelle discipline veloci e se vogliamo dirla tutta, non proprio giovane. Ma il fatto che tutto ruoti attorno a due grandi atleti, non può che produrre qualità e i risultati ne sono la conseguenza. Ben Thomsen, Tyler Werry e Broderick Thompson sono coloro che possono sfruttare questo lavoro. Non hanno guadagnato il pass per Sankt Moritz, ma in Coppa del Mondo li vediamo quasi sempre. Devono ancora fare il salto di qualità, chi per inesperienza, chi per infortuni, ma l’ambiente per crescere è ideale. E poi Dustin Cook, un atleta da medaglia, ancora in fase di recupero dal grave infortunio dello scorso anno.
LO STAFF – Il direttore tecnico è lo svizzero Martin Rufener e non osiamo immaginare la gioia dopo aver vinto tre medaglie in casa sua. L’allenatore responsabile è Burkhard Schaffer, un personaggio non proprio malleabile, ma valido e soprattutto stimato da Guay e Osborne, per il quale nutrono la massima fiducia. Agneta Platter cura la preparazione atletica e le sue qualità non sono in discussione. La conferma la può dare sicuramente Florian Eisath e altri atleti italiani seguiti dalla moglie di Heinz Peter. E poi c’è anche un po’ di Italia grazie all’esperienza di Walter Ronconi. Non dimentichiamo ovviamente Paolo Deflorian e Luca Agazzi, ma qui si parla di discipline tecniche. Tocca presto anche a loro. La seconda settimana del Mondiale di Sankt Moritz è iniziata.