Nel suono delle band più innovative, nelle cucine degli chef coraggiosi, sulle tele degli artisti di rottura, nei disegni di architetti d’avanguardia: dovunque entrino in gioco lo stile e il gusto, la contaminazione è uno dei processi che generano i cambiamenti più rumorosi. Prendere qualcosa che funziona da una parte e provare a metterlo dall’altra, è semplice in apparenza. Però bisogna avere l’intuizione giusta, al momento giusto, quando il pubblico è pronto a recepirla. Quando i Red Hot Chili Peppers hanno iniziato a buttare delle ritmiche funk e hip hop nella dinamica rock dei gruppi della scena di Los Angeles sono schizzati in vetta alle hit di tutto il mondo. Lo street food entra nei ristoranti stellati e consacra il successo di chi ha il coraggio di provarci. Contaminazione, appunto.
UN CAPO RASSICURANTE – Un bel giorno Gianni Roini ha osservato i ragazzi degli sci club e ha pensato che fossero vestiti in maschera, con un’uniforme da portare solo in certi momenti e che questo li strappasse via dalle loro abitudini, dalla vita di tutti i giorni, dalla loro adolescenza che ha bisogno di piccole certezze per identificarsi e rafforzare un’idea di sé. Perché non dare loro un capo rassicurante, in grado di farli sentire a proprio agio in un ambiente tecnico, impegnativo come quello dello sci alpino agonistico, per certi versi ostile per gli orari e le condizioni meteo, per i lunghi chilometri di trasferta e le notti in albergo? Da lì l’illuminazione di scegliere la felpa. «La felpa è un capo rassicurante, è calda, è comoda, è stilosa. Ho visto che i ragazzi con più personalità abbinavano un look urban ai capi più tecnici per lo sci e così ho pensato che fosse la strada da percorrere». Una contaminazione, esattamente quello: portare uno stile cittadino sulle piste da sci, legare la vita di tutti i giorni alla pratica dell’attività sportiva. In poco tempo le felpe di Podhio, rigorosamente monocolore, in tessuto da 360 grammi e con il loro bel cappuccio e tasconi, hanno iniziato a vedersi in ricognizione sopra le tute da gara, alle premiazioni, sui pulmini nei lunghi viaggi per raggiungere le località sciistiche. «Un ragazzo mi ha detto: ‘Gianni, siamo arrivati stanchi, non l’ho nemmeno tolta e ci ho dormito la notte’. Per me questo è l’obiettivo, dare loro un capo in cui sentirsi a proprio agio, piacersi e riconoscersi, ma anche avere un abbraccio confortevole».
AUTENTICITÀ – Le felpe di Podhio sono indistruttibili, più le usi, più diventano personali, uniche. E i ragazzi degli sci club hanno iniziato a portarle indifferentemente con l’abbigliamento tecnico o con i jeans, prima e dopo la neve, nelle località di montagna e a scuola in città. «Podhio non è un’azienda strutturata espressamente per fornire gli sci club. Diamo però la possibilità a chi cerca un’immagine forte o vuole gratificare i propri soci con un prodotto di livello superiore di adattare alcuni dettagli delle nostre collezioni. Ma i colori sono quelli, i tagli sono quelli, non facciamo personalizzazioni eccessive e soprattutto vogliamo mantenere l’autenticità che ci contraddistingue». Autenticità è quasi un mantra nei ragionamenti di Gianni Roini, che ha una rara qualità degli imprenditori di successo: la curiosità, la voglia di guardarsi attorno. Ti snocciola una serie di esempi di aziende e marchi che hanno inseguito la chimera della ribalta modaiola per poi perdersi per mancanza di contenuti. «Non vogliamo fare quella fine lì, siamo consapevoli di chi siamo e da dove veniamo. Gli sportivi dello sci alpino ci danno l’autenticità che ci serve per crescere, per andare avanti. Sono un punto di partenza per diffondere Podhio al di sotto dei 1.000 metri di quota, che poi è il reale obiettivo per il futuro. Siamo con loro e continueremo ad esserci con convinzione». Podhio in pochi anni è cresciuta come azienda, è presente nei punti vendita tecnici più attenti al fashion e inizia a diffondere i propri corner monomarca. L’apertura a Forte dei Marmi è un esempio della strategia di Roini. «Non siamo un’azienda tecnica come siamo abituati a concepirla in Italia, vogliamo essere trasversali. Produciamo prodotti di alto livello per il tempo libero degli sportivi. Vogliamo accompagnare le persone nelle loro passioni, nei momenti spensierati all’aria aperta. Quando poi entra in gioco la performance, ci sono altri prodotti specifici, ognuno per l’attività che si prende in considerazione. A Forte dei Marmi non ci compra chi deve veleggiare d’altura, magari chi però passeggia sulla spiaggia la sera con il cane e si gode un tramonto in barca in tutta tranquillità».
TESTIMONIAL – La prima strategia per far conoscere Podhio è stata quella di affidarsi a testimonial credibili, che hanno sempre ricambiato con grande passione l’azienda, indossando i capi in ogni possibile occasione. «La sponsorizzazione degli Istruttori Nazionali di sci alpino per i capi da tempo libero è stata senz’altro una mossa importante, alcuni di loro sono personaggi attivi e molto d’immagine. Poi sono venuti atleti giovani, ho scelto ragazzi e ragazze normali ma di spicco per personalità e capacità di comunicare all’interno del gruppo. Da questo è nato poi un passa parola spontaneo sulla qualità dei prodotti e credo che questo stia spingendo sempre più persone ad interessarsi a Podhio». Voglia di sperimentare, coraggio e curiosità. A Gianni non mancano le qualità per fare questo mestiere, così come una sana dose di realismo. «Di strada ce n’è tantissima da fare perché Podhio diventi un marchio conosciuto. Però questo non deve spaventarci, l’importante è proseguire con consapevolezza. In fondo l’obiettivo di Podhio non è vendere di tutto in un ambiente di poche persone, ma vendere un solo prodotto a tante persone di ambienti diversi e questo prodotto è la felpa. Per questo stiamo costruendo una rete distributiva internazionale che pian piano si sta connotando ed è in fase di lancio un portale internet con un’efficace sezione di vendita on-line accessibile a tutti». Dritto come una spada, sulla strada giusta per il podio, verrebbe da dire. Ma il nome Podhio, come è nato? Forse sarebbe stata la prima cosa da chiarire, perché c’é tanto della filosofia dell’azienda. «Il podio è un obiettivo, uno scopo che ci si da nella vita, che non corrisponde necessariamente con i tre gradini su cui si sale per ritirare una medaglia. Per qualcuno può essere così, anche ad altissimo livello, per altri può significare vivere meglio, a proprio agio, tra piccole e grandi soddisfazioni». Autenticità, in una parola.