Quanta fatica per arrivare lassù e restarci. Marcel Hirscher, ricevendo i giornalisti presso il rifugio Stuhlalm di Annaberg, il villaggio nel salisburghese, in Austria, dove è nato e cresciuto, ha voluto ribadire un concetto ormai espresso più volte nelle ultime annate.
TRIONFI E FATICA – Il fenomeno del Wunderteam, 27 anni, è al top della carriera, già oggi uno dei più grandi di sempre con 5 trionfi in Coppa del Mondo (consecutivi), e ha ribadito che pur puntando ai PyeongChang 2018, è più vicino alla fine della sua straordinaria avventura che non certo all’inizio… «Ripensando alle cinque coppe vinte, beh non trovo neanche le parole per descrivere i miei sentimenti – ha detto tra l’altro -. Sono super felice e so che devo trovare in me stesso gli stimoli per le nuove sfide. Non basta dire ‘andiamo a vincere la sesta coppa’, è sempre più difficile rimanere al vertice e inoltre i giovani sono lì, pronti a rubarti lo scettro. La scorsa stagione? Ricca di… insegnamenti, ma non così buona come si potrebbe pensare. Certo, le emozioni non sono mancate a cominciare dal drone che ha rischiato di colpirmi, per passare agli sci rubati, fino all’influenza: cose che capitano in un’intera carriera, non in un solo inverno… Cosa accadrà adesso? Non ci penso. Di sicuro la prossima non sarà la mia ultima stagione. Ma altrettanto di sicuro, al 100%, sono più vicino alla fine che all’inizio della mia carriera. Amo ancora sciare, ma lo stress è enorme, accanto ai successi. Punto alle Olimpiadi del 2018, poi penserò a cosa fare. Pinturault? L’ho visto sei settimane fa a Salisburgo dove si stava allenando. E’ un bravo ragazzo, va forte dappertutto ed è un vero professionista. Sono sicuro che vincerà prima o poi la Coppa generale».