Mini team o meno atleti in squadra per vincere

I BIG – Gare in condizioni regolari e tornano a dominare i più forti! Alexis Pinturault in forma smagliante incanta in gigante, Marcel Hirscher continua a mantenere livelli stratosferici sorretto da una forza mentale straordinaria, stupendo tutti anche in ‘super’, Henrik Kristoffersen regge botta ai due e dimostra che appena li avrà eguagliati nella struttura fisica, potrà batterli anche in una disciplina di maggiore potenza come il gigante, Aamodt Kilde ha la sua consacrazione stagionale vincendo un supergigante veramente difficile. In pratica nulla di nuovo sotto il sole.

GLI ITALIANI – Bravo Luca De Aliprandini, settimo con una buona manche in gigante, discrete gare di Manfred Moelgg nono e di Riccardo Tonetti decimo, consueto buon piazzamento fra i dieci di Florian Eisath e Roberto Nani. Meno bene in supergigante dove almeno da Christof Innerhofer era lecito attendersi molto di più, viste la caratteristiche di una prova adattissima a lui. In sostanza almeno in gigante buona squadra ma nessun picco assoluto. Un po’ la sensazione che si è avuta tutto l’anno, nonostante il buon numero di podi e l’ancora concreta possibilità di Peter Fill di conquistare la storica coppa di discesa, la sensazione è che il solo Dominik Paris abbia il potenziale per vincere quando le condizioni sono uguali per tutti. Dicendo questo non voglio certo mancare di rispetto alle prestazioni e all’impegno di tutti i nostri atleti che arrivano a qualificarsi nei primi trenta al mondo. Qui però si parla di altissimo livello, di medaglie Olimpiche o Mondiali, siamo l’Italia, una nazione leader nello sci, è doveroso ambire al massimo e l’unica strada per ottenerlo è aumentare ulteriormente la qualità dell’allenamento.

PROPOSTE – Se fino ad ora credevo di essere il solo a pensarla in questo modo, mi pare che le ultime dichiarazioni alla stampa del Presidente Flavio Roda e del DT Max Carca vadano anch’esse in questa direzione. Resta da vedere come fare a raggiungere l’ambizioso obiettivo. Per me l’unica possibilità, vista soprattutto la contingente situazione economica, è quella di seguire quasi individualmente pochi atleti top. Il sistema classico delle grandi squadre nazionali mi sembra stia pian piano fallendo. Vincono i mini team come Norvegia e America, squadre ricche come Austria e Svizzera sono in crisi e anche la Francia, attualmente miglior gruppo a livello maschile, fa fatica con le sue eccellenze; se vuole seriamente puntare alla coppa generale con Pinturault dovrà affiancargli persone a lui dedicate. Lo sci è uno sport individuale, gli atleti di punta, per raggiungere il massimo, hanno per forza bisogno di essere curati al meglio, gli esempi ormai sono sotto ai nostri occhi, partendo proprio dai plurivincenti Hirscher e Vonn. Ritengo Brignone e Gut, per esempio, talenti di livello simile, ma Lara ha un team assolutamente professionale, dove nulla è lasciato al caso, Fede questa estate ha spesso sciato con i bambini del club; il risultato è che la Gut ha già vinto 18 gare in carriera, un podio olimpico, quattro mondiali e sta lottando per la coppa generale mentre Federica ha colto un podio mondiale ed è felice per le sue due prime vittorie in Word Cup

MODELLO ITALIANO – Carca propone mini gruppi con pochi atleti con esigenze simili. Buona strategia per me, ma sarà possibile attuarla? Per fare ciò occorrono maggiori risorse, più uomini per gli staff, non so se il bilancio della FISI potrà permetterselo. Oppure bisogna drasticamente diminuire gli atleti in squadra nazionale, ma ciò sarà possibile con la politica dei comitati e dei gruppi sportivi che continuano a spingere per averne sempre di più? Vedremo, sono curioso di osservare quali strategie verranno attuate nei prossimi due anni con Mondiali e Olimpiadi alle porte, non dimenticando poi che l’ultima parola spetterà al DS Max Rinaldi che non si è ancora espresso in merito.

GLI ATLETI – Anche i nostri big devono per forza esprimere il proprio parere, i quattro o cinque che possono ambire alle medaglie devono essere ascoltati e supportati. Anche gli atleti però devono smetterla di pensare che tutto è dovuto, che mamma FISI ‘deve’ preoccuparsi di loro in tutto e per tutto. Mamma FISI ha già fatto molto portandoli ad alto livello, adesso che sono sostanzialmente dei professionisti hanno sponsorizzazioni, premi gara e lo stipendio militare, devono imparare a investire su se stessi, i tempi sono cambiati e la carriera sportiva è troppo breve per essere sprecata

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