Bravo Stefano, ma formule che non amo!

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Bravo Stefano Gross e brava Italia che non ti fermi più! Buona prova di Sabo in parallelo e non è affatto la prima volta, infatti già in un Team Event, alle finali di coppa di Lenzerheide, ottenne il premio per il miglior tempo assoluto. Detto questo e dopo aver rimarcato come in questo fine di stagione gli atleti Italiani si siano come “svegliati” ottenendo podi in serie, affermo che personalmente non amo il parallelo, non amo il Team Event, non mi piace la combinata. Ritengo che lo sci alpino sia molto bello e spettacolare nelle sue specialità classiche: la discesa, il gigante, lo slalom e anche il super gigante se ben tracciato e in una pista adatta. Non capisco quale sia lo scopo finale della Federazione Internazionale nel continuare a ricercare nuove tipologie di gara. Se è per aumentare la spettacolarità non mi sembra proprio che ciò si ottenga, solitamente queste “gare esperimento” sono brutte, senza nessun contenuto tecnico, senza pathos. Se è esclusivamente per dare più possibilità di medaglie a Mondiali e Olimpiadi, lo trovo inutile, in quanto si rimpinguano sì i medaglieri delle Nazioni ma rimangono medagliette di serie “b”. A mio giudizio sarebbe meglio concentrarsi nel “vendere” al meglio le quattro discipline classiche, per esempio migliorando le riprese televisive: usando camere hi-speed per aiutare lo spettatore a cogliere particolari importanti come le inforcate o le vibrazioni degli sci, posizionandole in punti strategici in modo da far percepire la pendenza, la velocità, l’altezza e lunghezza dei salti. Purtroppo è ancora notevole la differenza fra vedere un gara dal vivo o davanti alla tv e questo tutto a scapito della promozione dello sci. Riguardo al parallelo (pericolosissimo), se proprio si vuole ricreare la spettacolarità del confronto diretto, perché non usare almeno in slalom i pali “intelligenti”? Permetterebbero di sostituire i pochi intertempi con un istogramma rosso o verde che visualizza passo a passo l’aumento o la diminuzione del distacco. Il sistema è già stato sperimentato e certificato perché, almeno una volta, non farlo vedere al pubblico per verificarne il riscontro? La risposta è sempre quella dei problemi di costo, ma non costa di più organizzare queste gare farsa, con regolamenti contorti, in posti improbabili (non male invece Stoccolma), che alterano anche in maniera fittizia i valori di coppa? Il mio vero dubbio, invece, è che sotto sotto ci siano i soliti interessi di bottega, che sia sì un fatto di soldi, per mantenere uno status quo e per accontentare i soliti noti. Certamente credo che lo sci alpino necessiti di un profondo rinnovamento, per renderlo più fruibile e spettacolare, ma non per questo va snaturato e violentato. Viva la tecnologia e il rinnovamento, ma al servizio della tradizione!

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