Vonn serena, Gut competitiva: deciderà il gigante. E brava Marsaglia

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Un weekend ‘di serenità’ per Lindsey Vonn e quando capita è dura per tutte: l’ho vista tranquilla, concentrata, sorridente, riposata, sopratutto non ha forzato nulla a livello tecnico. Lindsey può andare in difficoltà solo quando opera una ‘controrotazione del bacino’ che può portarla a spigolare, soprattutto nell’attacco curva, come capitato a Val d’Isere, per esempio. Succede principalmente quando è un po’ stanca, secondo me. Ecco, non era proprio il caso a Zauchensee. Questa volta non ha forzato nulla in ingresso curva evitando spigolate con lo sci interno. Lo sa benissimo, ha curato questo particolare pennellando le curve in Austria. Solo sulla Panorama-Kurve, domenica in superG, è arrivata molto veloce e lì è andata lunga, motivo per cui alcune atlete le sono rimaste vicine in quel tratto, vedi Rebensburg e Gut. Poi però una volta superato il bosco e terminate quelle 2-3 curve difficili, ha di nuovo schiacciato sull’acceleratore come solo lei sa fare.

GUT – Brava davvero Lara per la reazione in superG dopo l’uscita in discesa, ma non sono sorpreso, lei ha questa grande capacità di voltare pagina senza farsi condizionare da quanto successo anche solo 24 ore prima. E in discesa secondo me ha rischiato anche un possibile infortunio, probabilmente se n’è resa conto anche lei, per fortuna non è successo niente. E’ sicuramente la capofila delle inseguitrici, è quella che più si avvicina a Vonn, ma per farlo deve sempre sciare oltre il limite e quindi inevitabilmente rischiare. In gigante invece ha un vantaggio sull’americana, per cui mi ripeto ancora: quella sarà la disciplina spartiacque per la Coppa del Mondo. Se Lara continuerà a sciare così come sta facendo adesso tra le porte larghe, terrà viva la lotta per la sfera di cristallo fino alla fine. Sono molto curioso di vedere a Flachau domenica come scierà la Vonn in gigante nel confronto con Gut. La pista non è complicatissima.

ITALIA – Vorrei fare una citazione di merito per Francesca Marsaglia, perché per esempio Nadia Fanchini non mi stupisce, sappiamo quanto vale e dove può arrivare; ma Francesca finalmente sta crescendo come si pensava facesse, ha fatto un passo decisivo per avvicinarsi alle migliori. Il vero segnale che esce dalla squadra italiana in questo momento è secondo me legato proprio alla sua crescita, in tre discipline. Fare bene in tre specialità ti toglie pressione, perché non devi dimostrare tutto solo in una singola prova. Il podio? Tutto è possibile a questo punto, forse non è ancora a quel livello tare da poter salire sul podio in tre specialità, ma in una è possibile. Però deve crederci e soprattutto continuare a sciare con quella giusta aggressività portata in pista a Zauchensee. La squadra italiana ha fatto molto bene nel complesso, manca però ancora il podio, sfiorato, forse manca solo quella cattiveria agonistica, quella capacità di andare oltre il limite, c’è ancora un po’ di controllo, probabilmente. Meglio in superG che in discesa? E’ successo anche alla squadra svizzera, qualche anno fa, quando era al top in velocità. In superG entrano in gioco altre componenti, legate al materiale, all’intensità dell’azione che non tutte riescono ad adattare alle diverse piste, in discesa. Il superG va anche allenato bene e probabilmente la squadra italiana ad Ushuaia ha fatto un bel lavoro in questo senso.

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