Beaver Creek, trasferta costosa

Una nuova rubrica su raceskimagazine.it: buona lettura!

Si è conclusa la lunga trasferta nord-americana, caratterizzata dai soliti allenamenti di una decina di giorni che normalmente tutti i team dedicano alla rifinitura, dalle gare diametralmente opposte di Lake Louise, ormai troppo facile per i maschi, e di Beaver Creek forse la pista più tecnica al mondo.

TRASFERTA COSTOSA – Periodo dedicato anche allo shopping, perchè tutti passano almeno una mezza giornata a Dillon, vera cittadina-mercato, a rifornirsi il guardaroba o a comprare regali di Natale. Si passa anche ad  una alimentazione a base di proteine, infatti nessuno rinuncia alle ottime steaks con cottura al sangue. Purtroppo trasferta dai conti salatissimi per i voli aerei transoceanici, per l’enorme mole di bagaglio da trasportare, per l’affitto di auto e pulmini. Ma soprattutto per l’affitto a ore delle piste di allenamento e per il costo degli skipass. Si è calcolato che una singola prova di un atleta viene a costare fino a cinquanta euro! Gli Americani non ci fanno sconti neanche nel Black Friday, noi in Europa e in special modo in Italia, gli regaliamo tutto, ospitiandoli sempre, magari concedendo la precedenza anche sulle nostre squadre nazionali.

SEMPRE GRANDE HIRSCHER E IMMENSO SVINDAL – Dal punto di vista tecnico invece, le considerazioni che si posso trarre da questa trasferta sono varie. Intanto le solite grandissime individualità: Marcel Hirscher e un immenso Aksel Lund Svindal! Sono ancora loro con le vittorie e le  grandi prestazioni che hanno monopolizzato questa trasferta e monopolizzeranno anche tutta la World Cup di quest’anno. In sostanza, per ora, nulla di nuovo sotto il sole. A livello di squadre da segnalare quella norvegese con il già citato Svindalone, con uno Jansrud sempre competitivo e un Aamodt Kilde in continua crescita. Squadra ideale, con campioni che allevano campioni in un ciclo che sembra non avere fine. Una bella famiglia che gira allegramente per il mondo con infinita passione e il giusto spirito. Un numero di atleti congruo: due grandi vecchi e un paio di giovani al traino a farsi le ossa. Grande il suo allenatore, il mio amico Franz Gamper, voglio fargli personalmente i complimenti! Da noi è scarsamente e ingiustamente poco considerato ma, possiede un curriculum che credo nessun allenatore di qualsivoglia sport in Italia può vantare. Un occhio incredibile. Giù il cappello davanti a questo tecnico, certo non troppo scientifico, con una comunicazione un poco ‘crucca’ ma con il vero istinto del cacciatore quale effettivamente è.

L’ITALIA? BENINO (OTTIMO CASSE E OK EISATH)  – E noi? Che sensazioni riporta a casa il team Italiano? Benino, tante luci e tante ombre! Ottimi davvero i due podi di Peter Fill in Canada, si è adattato molto bene ad una preparazione della pista mai così mossa come quest’anno, ha sfruttato sci velocissimi, ma già a Beaver non è riuscito a riconfermarsi dopo buonissime prove, speriamo non gli sia tornato il braccino. Bravo davvero Mattia Casse, sì fortunato per il numero di partenza, ma comunque bravissimo a saltare sul treno che passava, ha le carte in regola per non scenderci più. Senza infamia e senza lode i nostri big; Inner in crescita e pronto tornare ai suoi passati livelli, ma forse questo non basterà più per vincere, il mondo va’ avanti e non aspetta, per tornare sul podio occorrerà  provare a limare alcune sue lacune storiche. Così, così Dominik Paris. Si dice ancora troppo carico di lavoro, speriamo sia cosi! Lui è il nostro vero talento, per il presente e soprattutto per il futuro, va’ gelosamente tutelato. Che grande occasione buttata per Roberto Nani con Ligety, Pinturault, Fanara fuori bisognava approfittarne. Tanti i qualificati in gigante, per qualcuno dei quali è un bel risultato, ottimo per un super Riccardo Tonetti, bene per Florian Eisath per altri molto meno. Perché Andrea Ballerin si paga tutte le spese? Più in generale, brutto segno la riconferma dello zero podi rimediato sulla Birds of Prey come già avvenuto agli scorsi Mondiali. Di solito la nostra pista: tecnica, pressante, impegnativa. Più volte qui si era dimostrato di avere uno squadrone, questa volta non è stato proprio così. Più che una rivincita c’è stata una riconferma negativa.

UN IMPORTANTE…P.S. – Scusate se approfitto per un grazie particolare al Dott, Herbert Schoenhuber e al Dott. Andrea Panzeri che con la sig. Nadia Chiodini hanno sempre aiutato e controllato gli atleti nella compilazione dei whereabouts, strumento burocratico che serve alle agenzie antidoping per avere sempre la reperibilità degli atleti e quindi effettuare i controlli a sorpresa. La loro meticolosità e finanche pignoleria ci ha evitato spiacevoli e bruttissime figure come è successo all’atletica leggera.

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