Beautiful Svindal

Il norvegese detta legge sulla Saslong

Stamattina in ricognizione, tutti predicavano attenzione: «Un superG anomalo – ci spiegava il coach azzurro Rulfi – ci sono cinque porte in più, è vero, ma non gira poi molto: é piuttosto filante, neppure troppo difficile, ma con bruschi cambi di direzione e ‘mezze’ curve che devono essere lette al meglio: lì si decide la gara». Previsione azzeccata, la neve fredda e aggressiva portava ad attaccare e qualcuno ci ha lasciato le ‘penne’. Anche qualche favorito, come Didier Cuche o i nostri Innerhofer e Heel o come lo svedese Olsson, pettoriale 43, che al primo intermedio ‘pagava’ solo 11 centesimi. Anche Bode Miller non è mai stato pulito, ma nelle finale ha piazzato una linea incredibile portandosi nella leader zone. Solo Mario Scheiber, pettorale 11, ha fatto meglio, ma non è bastato. La discesa di Carlo Janka sembrava quella perfetta: lo svizzero alla fine ha addirittura ‘stretto il pugno’ per il risultato. Staudacher pettorale 15 è arrivato a 5 centesimi, poi Svindal ha messo d’accordo tutti con una grande prova. «E’ stato un superG ‘beautiful’ – conferma il norvegese alla fine – completamente diverso dalla discesa. La neve poi era perfetta. Non ho fatto la gara impeccabile, ma tanto è bastato per vincere». Nei dieci due canadesi, Erik Guay settimo e Robbie Dixon, ottavo, che non ha sfruttato al meglio il disegno del loro allenatore Finance, nono Benjamin Raich, decimo Marco Buechel. Gli azzurri. Fuori Innerhofer dopo una brutta uscita ("Ho un dolore nella zona addominale, ma non dovrebbero esserci problemi, di sicuro sono deluso"), mente Heel ha quasi centrato una porta nel finale, quando comunque era lontano dai primi ("Ma non ho sentito pressione" assicura alla fine). Così l’altro azzurro andato a punti è Dominik Paris, buon trentesimo, i primi punti di Coppa del Mondo.

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