LA PISTA DI INNERHOFER – Christof Innerhofer ottiene la terza vittoria stagionale, questa volta a Garmisch. Banale dirlo, la Kandahar può essere considerata la sua pista preferita: un altro successo fantastico dopo tre medaglie mondiali nel 2011.
Una prova all’insegna della continuità e un tratto centrale impeccabile, non a caso nella parte più tecnica. Una vittoria pesante che riporta l’atleta di Gais in piena lotta per la classifica di specialità. Assieme a Dominik Paris, che ha concluso ottavo, la sfida finale a Aksel Svindal è apertissima. I tre discesisti sono infatti racchiusi in 15 punti con Svindal attualmente leader. Rimangono due discese all’appello e la prossima tappa sarà a Kvitfjell, dove il campione norvegese darà battaglia sulle nevi di casa. Se è vero che a fine stagione l’interesse per lo sci tende a diminuire, questa volta non mancano gli ingredienti per restare sintonizzati fino all’ultima gara.
FINALMENTE PINTURAULT – Tecnicamente è perfetto, un esempio per tutti. Ha solo 22 anni, ma per ciò che ha fatto vedere fino ad oggi, sembra un campione affermato da molto tempo. Ovviamente il futuro è dalla sua parte. Oggi è arrivata la prima vittoria in carriera in gigante. A Kranjska Gora nel 2011 gli sono mancati solo due centesimi. A Garmisch non ha tradito ed ha trovato le condizioni ideali di pista e soprattutto di tracciato. Nella prima manche le distanze ravvicinate tra le porte hanno evidenziato la grande capacità di organizzare i movimenti in tempi brevissimi, sempre a tempo, pulito e veloce in curva. La seconda frazione, disegnata da Jacques Theolier, offre più spazio ma è più angolata. Anche in questo caso Pinturault riesce a sfruttare al meglio le forze, sciando sempre in spinta. Solo il tratto finale, quello pianeggiante, lo penalizza leggermente, ma non abbastanza per cedere la vittoria.
DUELLO LIGETY-HIRSCHER – Questa volta ha avuto la meglio l’austriaco. In gigante non accade spesso. Ligety è il dominatore della stagione, eppure la lotta per la coppa di specialità non è ancora chiusa, almeno a livello matematico. 105 punti di vantaggio sono tanti, ma mancano due gare e può succedere di tutto. Certo, sarebbe una beffa per lo statunitense.
BRAVO MOELGG, PECCATO NEUREUTHER – Manfred Moelgg mette altro fieno in cascina e chiude al quinto posto. Nulla da rimproverare, un’altra gara di spessore e la conferma del terzo posto nella classifica di specialità. A tratti l’azione è molto pulita e brillante. Nella seconda manche affiora la stanchezza dovuta a un po’ di influenza covata negli ultimi giorni e pertanto pienamente giustificata.
Felix Neureuther si mangia le mani. Partito con il numero 14, vince la prima manche trovando conduzione e traiettorie perfette lungo un tracciato stretto e a lui congeniale. La seconda manche parte bene, ma compromette tutto sul muro finale con un grave errore e chiude dodicesimo, tra la delusione generale del pubblico di casa. È un dato di fatto però, che anche in gigante Neureuther vale la vittoria.