Sono passati quasi due anni dall’ultimo podio. Finali di Coppa del Mondo di Lenzerheide, Svizzera, secondo in discesa. Era il 2014, l’inverno leggendario delle due medaglie olimpiche sulle nevi russe di Sochi. Poi un anno infernale per la schiena dolorante. Viaggi a Milano, soprattutto a Monaco, per cercare di curare quel problema che limitava la sua azione, frenava i suoi risultati, cancellava il suo sorriso. Dopo un 2015 balordo, una stagione 2016 iniziata subito con prestazioni incoraggianti in Nord America. Poi il quarto posto a 8 centesimi dal terzo a Santa Caterina a causa di quel palo agganciato che lo ha reso celebre tuttavia più della vittoria che sarebbe stata sicuramente certa. Quinto a 7 centesimi dal podio a Wengen, infine quarto per un maledetto centesimo dal podio a Garmisch Partenkirchen. Poi la Corea. Attardato in discesa, oggi il capolavoro in superG. Niente centesimi di troppo, niente condizioni scontate di neve e tracciato facile, niente intoppi per la strada. Christof Innerhofer così sale sul podio del superG di Jeongseon, sulla quella Jeonseon Downhill che fra due stagioni ospiterà le gare di sci alpino delle Olimpiadi 2018 coreane di Pyeong Chang.
EMOZIONE – E’ un Inner sereno e anche emozionato quello dopo il podio coreano, il tredicesimo in Coppa del Mondo e quarto in superG: «Sono emozionato, perchè finalmente sciare senza mal di schiena per me è una liberazione. Posso attaccare senza pensieri, fare le mie curve, sciare fluido e senza strafare, proprio come ho fatto oggi».
ELOGIO DEL SUPERG, DISCESA LENTA – Inner elogia il tracciato coreano odierno: «Il superG è tecnico, oggi davvero con tante difficoltà, vario, da interpretare. Mi sono un po’ lamentato per la discesa, del resto per il 70% della pista la velocità è inferiore a 100 chilometri orari, un po’ poco. La FIS ha assicurato che si inventeranno qualcosa nella parte centrale per velocizzare la pista e renderla così più spettacolare. Speriamo…». Inner si gode questo momento magico: «Oggi nessun centesimo di troppo ha rovinato la festa. Ero già competitivo da dicembre, ma mi mancava ancora qualcosa. Ora me lo godo questo podio. Un risultato che è di buon auspicio per le Olimpiadi del 2018? Si, forse, anzi, no, non ci penso ancora…». Questa è una bugia Inner, una bella e dolce bugia…