Fra le bandiere rossocrociate che hanno colorato gli spalti di Wengen spunta anche qualche tricolore. «Forza azzurri» ha gridato qualche timido tifoso italiano. Ai piedi del Silberhorn, la parte bassa del Lauberhorn, è scattata la festa azzurra per un doppio podio che mancava dal 2010, quando Razzoli vinse lo slalom di Zagabria davanti a Manfred Moelgg. E mentre Marcel Hirscher se ne va sconsolato e con la testa bassa, Giuliano Razzoli e Stefano Gross si abbracciano al traguardo. Una bella immagine di sport, un doppio sorriso che quest’anno non si era ancora visto.
URLO LIBERATORIO – «Vamossssss», Gross lo ha urlato più volte, prima dopo la sua leadership provvisoria, strappata per un centesimo, poi dopo la discesa dei suoi diretti rivali. E poi l’urlo liberatore dell’oro olimpico di Vancouver Giuliano Razzoli. E ancora l’esultanza di Stefano Costazza, passata sulle televisioni di tutto il mondo. Gli slalomisti italiani non saliva sul podio dalle finali di Méribel, dove Razzoli chiuse secondo. Per Gross invece bisogna andare ancora più indietro. L’ultimo suo podio risale alla night race di Schladming del 27 gennaio 2015, mentre lo scorso anno a Wengen, chiuse secondo.
GLI APPUNTAMENTI AUSTRIACI – E ora arriva il bello. Con la motivazione a mille, ci sono altri due appuntamenti dove poter fare bene. Lo slalom di domenica prossima a Kitzbuehel e l’affascinante night race a Schladming di martedì sera.