L'olimpionico: "Sono carico, a Ushuaia ero sempre il più veloce"
In giornata Giuliano Razzoli lascierà ‘La Madonnina’, la clinica dove ieri pomeriggio è stato operato dai dott. Grandis e Panzeri per la frattura al polso sinistro rimediata in Argentina. Siamo stati a fare visita allo slalomista reggiano in Madonnina a Milano: lo abbiamo trovato sereno, ‘carico’, nonostante da poche ore si fosse ripreso dall’intervento chirurgico, che seppur non oltremodo invasivo, ha costretto lo staff medico ad una parziale anestesia. "Le prime ore mi sentivo imbambolato, ora sto bene", ci ha subito detto il campione olimpico. La stanza della clinica milanese sembra una confortevole camera d’albergo, ma questa volta il campione di Villa Minozzo invece che rillasarsi dopo un allenamento o guardare i video con i suoi allenatori come fa tutti i pomeriggi dopo il training, se ne sta con la sua vistosa fasciatura sdraiato in un letto e con ancora la flebo attaccata. Strano vederlo così. Ma ‘Razzo’ è comunque entusiasta, e ci racconta il periodo oltreoceano: "Stavo andando forte. Sono arrivato a Ushuaia in una condizione atletica ottima, sicuramente la stagione in cui mi sono allenato meglio a secco. Giorno dopo giorno miglioravo fra i pali stretti dello slalom, e alla fine ero sempre il più veloce, in qualsiasi tracciato o tipologia di neve. Per questo sono fiducioso per la prossima stagione". Razzoli dovrà stare fermo quindici giorni, "Ma lavorerò comunque atleticamente per le gambe, poi mi metteranno un tutore, in quanto l’obiettivo è partire il 27 per l’allenamento in Austria a Moeltall con il resto della squadra". Televisione accesa, il telefono che squilla per gli sms di auguri, un libro sul comodino. ‘Razzo’ ha voglia di scherzare, è fiducioso nonostante questo piccolo inghippo. "Ora devo risolvere il discorso dell’infortunio, ma fino ad oggi ho lavorato bene. Sono fiducioso e ho voglia di tornare a gareggiare".