La prima volta di 'Deflo' il moldavo

Mirko Deflorian: "Che paura le curve di Fontanalonga e lo schuss la Konta"

Mirko Deflorian corre e pensa. Un po’ di ginnastica pomeridiana al Miramonti Park Hotel, il quartier generale valtellinese di Race. Pedala e ripercorre la sua prima parte di stagione da ‘moldavo’. Si, perchè l’ex-azzurro difende da quest’anno i colori della Moldavia. Una nuova avvenurta con l’amico coach Furio Brigadoi, che lo segue fra Coppa Europa e Coppa del Mondo. "Vivo un momento eccezionale, sono nella situazione di correre le gare che voglio in Coppa del Mondo, una grande opportunità. Per questo oggi nella prima prova non ho voluto rischiare, e del resto questa trasferta a Bormio la utilizzo in particolare come allenamento alla velocità che è propedeutico per il gigante, la disciplina dove mi sento più forte. In Badia ho chiuso 32°, ho sfiorato la qualifica. Era due anni che non gareggiavo fra le porte larghe nella massima serie e ho subito fatto una prestazione positiva. La Coppa Europa è tutta un’altra cosa..". Mirko Deflorian intanto oggi ha ‘assaggiato’ la leggendaria Stelvio. "Mi era capitato di fare l’apripista in passato, ma quest’anno è il mio esordio in gara a Bormio. Una pendio terribile, dove vince un grande discesista, mai uno a caso". ‘Deflo’ il moldavo da Tesero pedala, corre, e ci racconta la pista, i punti salienti. I più difficili, almeno per lui. "Il pendio è impegnativo da cima a fondo. Pronti via, il salto de La Rocca, un balzo spettacolare, ma dove devi lasciarti portare. Basta essere centrale, non intimorirti e vai. Poi dopo una serie di curve arrivi nel Canalino Sertorelli, il punto più veloce della pista, l’unico punto da fare completamente in posizione. Ecco il salto del 2000 e via a sinistra. Inizia il serpentone di Fontanalonga, un tratto molto ripido dove sono disegnate una serie di curve da supergigante. Sono da pennellare a mio giudizio, se non stai sopra lo sci e subisci questo tratto perdi parecchio tempo. Poi c’è la curva che immette nella Carcentina e quindi la famosa diagonale in contropedenza. Poi il salto di San Pietro, lungo ed affascinante, quindi dopo un pianoro brevissimo arriviamo a La Konta, lo schuss finale dove all’inizio sono disegnate delle curve abbastanza angolate, che girano. E’ un punto difficile, arrivi stanco, le gambe bruciano e sopratutto scii nell’ombra. Una pista unica..".

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