Premessa doverosa: l’idea di una squadra simile, persino con un gruppo più ristretto, ci piace a prescindere. Perché vuol dire che finalmente esiste l’intenzione di cambiare le cose, vuole dire che si prova a pensare un po’ più in grande, vuol dire che si cerca di valorizzare chi ha il talento per esprimersi in più discipline, senza per altro sminuire nessuno, perché così facendo anche gli altri gruppi diventano gioco forza più snelli e quindi in linea teorica in grado di lavorare meglio. Chi vince o lotta per la Coppa del Mondo, parliamoci chiaro, ha un allenatore dedicato: che sia nel gruppo privato, come per Maze o Gut, o all’interno dei team, come per Vonn, Shiffrin o Fenninger. Le cose stanno così.
CONCRETO – Ciò premesso, l’idea che poi nulla sarebbe cambiato concretamente al di là della creazione di questo team, lo ammettiamo, ci ha sfiorato, così come il pensiero che avremmo rivisto ancora quel carrozzone con 15 atlete di fronte allo stesso tracciato in allenamento (è capitato, lo scorso anno…), follia pura nello sci moderno quando ogni particolare e ogni ‘giro’ in più può fare la differenza. Non ha sfiorato solo noi, ma anche, senza fare nomi, pure… qualche diretta interessata. E allora l’unica mossa che possiamo attuare è quella di informarci, chiedere, proporre argomenti di discussione. Il nostro mestiere è anche questo. Intanto, ne abbiamo parlato con il direttore sportivo Massimo Rinaldi, in attesa di farlo (nei prossimi giorni) con gli allenatori responsabili.
QUADRO – Il quadro che ne è emerso sembra interessante, ammesso che poi davvero gli allenamenti si svolgano così come ci è stato descritto. E’ evidente che prima di una gara, per esempio, a caso, Sölden, tutte le gigantiste convocate lavoreranno assieme, possibilmente in Val Senales. Ci sta, è normale e anche giusto che sia così. Per il resto, la squadra Polivalenti, con, ripetiamo, Brignone, Nadia Fanchini, Elena Curtoni, Marsaglia, Goggia e Bassino godrà di autonomia propria. Che cosa cambierà veramente, nella sostanza? Si cercherà di assecondare le esigenze di ogni atleta, a seconda del calendario, della situazione fisica e tecnica. Altro esempio, sempre a caso: se dopo due settimane di velocità, Brignone e Bassino sentissero l’esigenza di allenarsi due giorni in gigante (ma in fretta, senza aspettare che si metta in moto tutta una squadra) mentre Marsaglia e Curtoni volessero continuare a fare superG, per dire, le atlete verranno accontentate. Le forze sono maggiori e anche il direttore tecnico Guadagnini sarà comunque ‘uomo di campo’. Per carità, non si fa nulla di eccezionale, si attua un piano che le altre squadre già realizzano da diversi anni con le atlete top. Ma da noi, in Italia, con le donne, è praticamente una novità assoluta. Non possiamo prevedere il futuro, non sappiamo poi nella sostanza se tutto ciò si avvererà, terremo monitorata la situazione. Se davvero accadrà, la faccenda sarà interessante. Altrimenti, non non sarà cambiato nulla al di là delle varie denominazioni delle squadre. E ribadiamo, di questa situazione potrebbero giovarsi anche gli altri due team rimasti, decisamente più snelli per numero di atlete e quindi teoricamente più professionali.
A fine giugno, a Les Deux Alpes, ci sarà il primo vero faccia-a-faccia (non singolo) tra atlete e allenatori, sul campo. E lì ne capiremo già qualcosa di più…