L’operazione Jasna è scattata ufficialmente questa mattina presto per il gruppo azzurro di Gianluca Rulfi, partito alla volta della Slovacchia per affrontare sabato e domenica le ultime prove tecniche della stagione (rispettivamente gigante e slalom) prima delle Finali. In gara tra le porte larghe Brignone, Nadia Fanchini, Moelgg, Irene Curtoni, Bassino, Goggia, Elena Curtoni, Marsaglia e Agnelli, tra i ‘rapid gates’ Irene Curtoni, Costazza, Moelgg, Brignone e Agnelli. Ecco un breve botta e risposta con Francesca Marsaglia prima dell’appuntamento slovacco.
Francesca, tanti risultati tra le prime dieci, sei contenta della tua stagione finora o… manca qualcosa?
«Sì è vero, tante top ten in 4 discipline diverse, non posso dire di non essere contenta della mia stagione svolta fino ad ora, anche se non è finita. A questo punto posso dirti che sono davvero felice per la qualifica alle Finali in discesa, grazie a due risultati nelle dieci: volevo fare un passettino avanti anche in questa disciplina, pur non avendo molto allenamento nelle gambe e posso dire a oggi che il mio obbiettivo è stato raggiunto. Per quanto riguarda le altre discipline mi mancano ancora due weekend: so di aver fatto belle manche e degli intermedi buoni sia in superG che in gigante, ma so anche che posso dare qualcosa in più. Non è facile, ma sto davvero lavorando per fare quell’ulteriore passo prima della fine della stagione».
Che idea ti sei fatta del superG di Soldeu?
«Soldeu è stata una gara particolare, non penso di essere stata fortunata in quel giorno: mi dispiace davvero tanto perché avevo un altro risultato in testa. Però sappiamo tutti che il nostro sport è fatto così, non siamo in un palazzetto al chiuso e queste cose capitano spesso, non è di certo la prima volta che assistiamo a gare del genere. Penso che bisogna anche essere brave a cogliere il momento così come ha fatto la mia compagna Federica Brignone: non l’ho mai vista sciare così in superG, credo che la sua vittoria sia stata più che meritata».
La stagione dell’Italia femminile è stata buona finora, ma lo sci resta sport individuale. E’ positivo o non conta a livello di ogni singola atleta?
«Stiamo passando un momento davvero positivo, ogni weekend siamo in quattro-cinque ragazze nelle prime dieci in classifica o al massimo nelle quindici; verissimo, il nostro è uno sport individuale e alla fine in pista siamo tutte contro tutte, ma io ho sempre sostenuto che andare forte in gruppo aiuta la singola persona a trovare ancor di più i propri limiti, rendendola anche consapevole di poter fare determinati risultati, proprio perché si ha la possibilità di continuare a confrontarsi ogni giorno con atlete che arrivano da vittorie o da podi fatti poche ore prima. Ci tiriamo a vicenda e questo penso sia bellissimo sia per noi che per il nostro sport in generale».