La pista Stelvio di Bormio rappresenta un crocevia per Pietro Zazzi. Lui che è nato e cresciuto a due passi dal celebre pendio, negli anni ha collezionato una serie di prime volte. Alcune dolci, altre dolorose. È lì che ha esordito in Coppa del Mondo nel 2020, è lì che ha finora ottenuto il miglior risultato in carriera (18° nella discesa del 2023), è lì che si correranno le gare maschili dei prossimi Giochi Olimpici, ma è anche lì che lo scorso dicembre si è gravemente infortunato.
«Speriamo che ci sia una nuova prima volta bella – sorride pensando a Milano-Cortina – ma so che non sarà per nulla semplice». Il mese di febbraio è ancora in là nel tempo per Pietro Zazzi, che è tornato sugli sci appena tre settimane fa e proprio in questi giorni ritrova la squadra. Gli azzurri infatti fino al 24 ottobre si alleneranno al Passo dello Stelvio. Ci saranno Mattia Casse, Christof Innerhofer, Guglielmo Bosca, Marco Abbruzzese, Benjamin Alliod, Gregorio Bernardi, Nicolò Molteni, Max Perathoner, Leonardo Rigamonti e Florian Schieder.

«Il primo giorno sulla neve non sapevo bene che cosa aspettarmi – racconta – è stato il mio primo grave infortunio e per di più ha interessato entrambe le gambe. Ho però avuto da subito un buon feeling e pochi dolori, aspetti importanti». È tornato in pista con il suo sci club, con il Reit Ski Team e il tecnico Andrea Martinelli, in attesa che gli altri azzurri tornassero dalla difficilissima trasferta di La Parva. Tornato in Italia, il tecnico italiano Lorenzo Galli ha poi raggiunto Pietro per i primi giri nei ciuffetti.
Pietro Zazzi si è fratturato tibia e perone della gamba destra e ha subito la rottura del legamento crociato e dei due menischi sulla sinistra. Tre gli interventi chirurgici. «Il periodo più difficile è stato il primo mese, dopo la prima operazione – ricorda – Avevo tanto dolore, le notti erano infernali, non pensavo neanche allo sci. Poi, con la fisioterapia, giorno dopo giorno ho cominciato a migliorare».

Il percorso di recupero è stato lungo e complesso. Dopo la prima operazione per la gamba destra, ha dovuto attendere due mesi per affrontare quella al ginocchio sinistro. «È stata dura: ho dovuto rimettere le stampelle, tornare sotto i ferri, ripartire da capo. Ma il crociato, per fortuna, è andato bene fin dall’inizio. Rispetto alla frattura di tibia e perone, la riabilitazione del ginocchio è stata quasi semplice».
Il ritorno alle gare non sarà immediato. «Il circuito di Coppa del Mondo, per i velocisti, partirà a fine novembre dagli Stati Uniti – dice – sarà troppo presto per me. Vediamo come andrà settimana dopo settimana».
Pietro Zazzi punta più a ripartite dalla Coppa Europa di Santa Caterina Valfurva di metà dicembre, per poi eventualmente tornare nella tradizionale tappa di Coppa del Mondo in Val Gardena. «Sarà un buon punto di partenza, ma dovrò capire come reagirò e come sarà ributtarsi giù».




