Vince Defago, lo specialista delle grandi classiche

Nubi su Bormio, soprattutto sulla Stelvio che nella notte avrebbe dovuto ‘tirare’ e invece è rimasta morbida, più delle prove, più del solito. Una condizione che ha fatto letteralmente ‘saltare in aria’ i piani della squadra azzurra, sempre più afflitta dalle sue paure e incertezze quando le condizioni non sono perfette. Fondo nevoso, però, che ha esaltato il glisseur svizzero Didier Defago. Gara notevole quella del campione olimpico in carica, soprattutto se si pensa che siamo alla quarta discesa stagionale dopo un anno intero di stop per l’operazione al crociato e che non parliamo proprio di un ragazzino. Terzo successo in Coppa del Mondo in discesa: Didier ‘firma’ solo le piste difficili, dopo Kitz e Wengen, nel suo palmarés anche la Stelvio. Alle sue spalle, per una doppietta elvetica, Patrick Kueng, quindi l’austriaco Klaus Kroell, tra i più regolari ad alto livello in questa stagione. Seguono Guay, Miller, Svindal, Clarey e Cuche. Al nono posto, ex-aequo, Hannes Reichelt e il nostro Dominik Paris. Il forestale della Val d’Ultimo si è ritrovato dopo i problemi di salute che l’hanno tenuto a letto due settimane a metà dicembre e ha fatto valere le sue doti di scorrevolezza sul manto nevoso morbido, sfruttando alla perfezione il pettorale numero 3. Poi per trovare un altro azzurro bisogna scorrere la classifica fino al diciottesimo posto di uno sconsolato Fill, al ventiquattresimmo di Sigi Klotz (non male per lui) e al ventinovesimo di Matteo Marsaglia. Out il febbricitante Innerhofer, sempre più in crisi di identità Werner Heel. Musi lunghi nel parterre, un po’ di nervosismo. Per dirla con Paris, l’unico che aveva voglia di ridere in casa Italia «beviamoci qualche birra a Capodanno e poi si riparte».

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