Succede di tutto al giorno d’oggi. Anche essere investiti in pieno centro a Milano (via Visconti di Modrone angolo via Monforte) alle dieci di sera da un’auto pirata che scappa via (al volante una donna di 55 anni che è stata poi rintracciata e denunciata). E’ accaduto a Federico Gariboldi, Senior classe ’94 milanese in forza all’Esercito e cresciuto sciisticamente in Valle d’Aosta, mentre era fermo ad un semaforo in sella alla sua moto insieme alla sua ragazza. Gariboldi è stato letteralmente investito e l’impatto è stato davvero violento. Trasportato in ospedale con estrema urgenza in codice rosso, ha trascorso una notte molto difficile. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi, ma non pare in pericolo di vita questa mattina. Federico, attualmente sedato ed intubato, ha riportato una frattura scomposta al femore e così è stato necessario un intervento chirurgico. Inoltre fratture a costole, clavicola e sterno.
PAROLA AL FRATELLO – Poco dopo le 15 Carlo Gariboldi – fratello di Federico – ha rassicurato tutti con un lungo post su Facebook e che riportiamo di seguito: «Grazie a tutti gli amici di Federico e Marta che mi hanno scritto e si sono preoccupati per loro! Vi rispondo qua così potete sapere come stanno! Abbiamo appena incontrato i medici che ci hanno dato notizie positive rispetto a ciò che sarebbe potuto essere il danno effettivo».
PERIODO DI OSSERVAZIONE – «Federico dovrà restare un periodo in osservazione e con gli inalatori che gli permetteranno di respirare senza alcuno sforzo poiché ha avuto un trauma polmonare consistente! Questo periodo con gli inalatori potrà variare da 5 a 20 giorni tutto dipende da come reagisce il suo fisico che per ora ha già fatto un impresa».
LE FRATTURE – «Il femore è rotto ed è già stato operato d’urgenza ieri! Riporta altre fratture allo sterno e alla clavicola e un piccolo trauma al cuore a causa della forte botta ma fortunatamente è fuori pericolo!!!! Marta (la fidanzata di Federico, ndr) è già stata dimessa ed ha qualche ammaccatura ma tornerà più bella e forte di prima!».