Simone Azzoaglio: «Lo sci deve reagire»

Poliedrico, polivalente e originale. Un mix di finanza e freeride, economia e downhill, uomo da giacca e cravatta e pure da costume e sci. Simone Azzoaglio è una miscela di lavoro e passioni sportive. Da quattro anni è il presidente dello Ski College Limone Piemonte. «Mi hanno cercato e ho accettato – ha detto -. Un presidente che dà un servizio alla comunità. La mia banca e lo sci club? Non porto sponsor, lo faccio per onestà mentale nei confronti della mia banca di famiglia. Poi se il mio nome è di riflesso immagine di serietà e buon governo ben venga, meglio».
Azzoaglio è un tipo positivo, che parla di futuro e che ha idee concrete. «Abbiamo scelto una formula vincente, sposando l’attività agonistica di alto livello, ma allo stesso tempo abbiamo scelto di condividere altri progetti come i corsi della pre-agonistica che sono il vivaio del nostro club». Il banchiere di Ceva parla di innovazione, perché se stai fermo non cresci, se ti concentri su un punto, «i numeri calano e sarebbe un fallimento: la crisi c’è, nelle nostre zone si sente ancora, ma non dobbiamo piangerci addosso. Il mondo dello sci deve reagire e trovare nuove risorse, anche se il sistema è più povero e la crisi economica ha colpito anche lo sport».
Il piemontese, cinquantaquattro anni, parla di agonismo e abbandono anticipato. «Per contrastarlo dobbiamo mettere in atto una rivoluzione culturale. Alcune famiglie immaginano la categoria Giovani come strumento per arrivare in squadra nazionale, niente di più sbagliato perché si scia per gareggiare e divertirsi. Chi va in bicicletta o a surfare su un’onda non ci va perché deve andare alle Olimpiadi».
Azzoaglio loda allenatori e lo staff organizzativo, «un gruppo solido e compatto» ed esalta Stefano Dalmasso, il direttore tecnico: «È l’anima del club, uomo di esperienza e professionalità, una figura che non può mancare. Cosa sarebbe lo Ski College senza Steu?».

Alcune famiglie immaginano la categoria Giovani come strumento per arrivare in squadra nazionale, niente di più sbagliato perché si scia per gareggiare e divertirsi

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