Saalbach 2025: quattro vincitrici diverse nelle gare individuali femminili

Va in archivio, almeno a livello femminile (oggi il programma si chiude con lo slalom maschile), un Mondiale che dal punto di vista dell’atmosfera, della presenza del pubblico, dell’organizzazione, degli eventi collaterali e della passione per questo sport è stato sicuramente leggendario. 

Per quanto riguarda le gare, prima di entrare nei dettagli sulle medaglie, va rimarcato che la pista femminile di discesa e superG non è sembrata minimamente degna di un Campionato del Mondo, ma in generale di competizioni di alto livello, ed è davvero l’unica nota stonata in un contesto per il resto notevole. Discreto il pendio del gigante, molto bello, lungo e difficile quello per lo slalom, che meriterebbe sì gare anche nel circuito maggiore. 

Non sono mancate sorprese, come spesso capita in queste manifestazioni, a livello femminile. Nelle gare individuali si sono imposte 4 atlete diverse (Venier, Johnson, Brignone, Rast), come già capitato a Meribel 2023 quando erano però cinque con la combinata individuale (Brignone, Bassino, Flury, Shiffrin, St. Germain). Per trovare un’altra situazione simile bisogna risalire poi a St. Moritz 2017. A Saalbach anche le Nazioni capaci di vincere l’oro sono state diverse se parliamo di gare singole, Austria, Stati Uniti d’America, Italia e Svizzera, per un totale di 7 sul podio con anche Nuova Zelanda, Repubblica Ceca e Norvegia.

Le prime due vincitrici nelle gare veloci sono risultate delle sorprese, relative o maggiori, ma il tutto va contestualizzato, perché entrambe erano molto adatte alla pista (e nel caso del superG, anche alla tracciatura) vista a Saalbach. Stephanie Venier, austriaca, 31 anni, non è proprio l’ultima arrivata: 3 vittorie (una anche in superG) e 12 podi in Coppa del Mondo (il primo nel 2017, l’ultimo a gennaio 2025), era già stata argento iridato in discesa a St Moritz 2017 e a questi Mondiali ha conquistato anche il bronzo nel Team Combined con Katharina Truppe. Era sicuramente una delle principali outsider della gara, anche se le vincitrici in stagione sono state Goggia, Hütter, Macuga, Brignone, Gut-Behrami. Come si vede, sei nomi diversi, comprendendo i Mondiali, in sei superG disputati.

Diverso il discorso per Breezy Johnson, che poteva vantare 7 podi senza vittorie in Coppa del Mondo in discesa, ma veniva anche da un anno di stop per 3 controlli anti-doping saltati e solo a Garmisch-Partenkirchen, in Coppa, era sembrata tornare a buoni livelli. Il suo oro in libera è una sorpresa se consideriamo l’andamento stagionale (in Coppa 3 vittorie italiane su 4, con Goggia e due volte Brignone), non però dopo le prove cronometrata e per la conformazione della pista. Lei, Puchner e Ledecka erano le principali indiziate per salire sul podio e così in effetti è stato.

Tra gigante e slalom si sono invece imposte due delle principali favorite, Brignone e Rast. Successi assolutamente meritati per il dominio mostrato in pista, i distacchi inflitti e, nel caso di Federica, anche per la carriera: è la quinta più vincente di sempre in gigante con 14 successi in Coppa del Mondo, oltre a una coppa di disciplina, due medaglie olimpiche e altre due iridate nella specialità. Rast, classe ’99, è esplosa quest’anno, ma con un ruolino di marcia clamoroso: otto slalom disputati, Mondiali compresi, 3 vittorie, un altro podio, nessun errore, sempre tra le prime cinque classificate e pettorale rosso nel circuito maggiore. Chapeau. 

All’Italia manca sicuramente una medaglia in discesa, come minimo, dopo il dominio stagionale, ma la principale indiziata, Sofia Goggia, non ha mai trovato il feeling giusto con la pista. Alla fine, come prevedibile, la migliore è risultata Nicol Delago su un tracciato che l’aveva già esaltata alle Finali del 2024. Il bottino è comunque positivo con un oro e un argento, entrambi griffati Federica Brignone, capace finalmente di trovare il primo podio in una grande manifestazione anche in superG, dove ha vinto 11 volte in Coppa del Mondo con anche una coppa di specialità (2022). 

Da rimarcare, infine, che Breezy Johnson è la donna di questi campionati, avendo vinto l’oro anche nel Team Combined assieme a Mikaela Shiffrin; la stessa Shiffrin, con 15 medaglie iridate, ha raggiunto la leggendaria tedesca Christl Cranz, che realizzò l’impresa negli anni ’30 del secolo scorso, quando i Mondiali erano però a cadenza annuale. Lara Gut-Behrami (al suo ultimo mondiale, probabilmente come Brignone, Swenn-Larsson e altre) ha raggiunto quota 9 medaglie iridate, come Wendy Holdener: entrambe agguantano Pirmin Zurbriggen, lo svizzero con più podi iridati di sempre. Ora con lui ci sono anche loro, Lara&Wendy. Lara ha anche stabilito il differenziale più grande (uomini o donne non fa differenza) tra prima medaglia iridata (Val d’Isere 2009) e ultima (Saalbach-Hinterglemm 2025): 16 anni! Brignone, con 5 medaglie, è l’italiana più decorata di sempre ai Mondiali. Mai quattro americane diverse erano riuscite a salire sul podio iridato nella stessa edizione: questa volta l’impresa è riuscita a Breezy Johnson, Lauren Macuga, Paula Molzan e Mikaela Shiffrin. 

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