Rulfi sul parallelo: «I 50 centesimi ci possono stare, ma la Fis deve intervenire sul tracciato». E lo dice anche Ligety

Non mi piacciono le premesse, ma ogni tanto sono necessarie. Numero 1: siamo strafelici della medaglia d’oro di Marta che seguiamo da quando era bambina (come potere leggere sull’ultimo numero cartaceo di Race Ski Magazine). Numero 2: nessuna polemica, solo un tentativo di migliorare la situazione. Numero 3: sarà l’ultima notizia sul parallelo, o meglio sul suo format.

Sfida francese tra Worley e Frasse-Sombet ©Agence Zoom

A mezzanotte, dopo averci inviato la foto della medaglia con un calice di Barolo, il dt azzurro Gianluca Rulfi ci ha mandato anche un vocale su quello che avevamo pubblicato sul sito. «Ni, su quello che hai scritto sui 50 centesimi: è un ‘numero’ per far sì che rimanga decente anche la manche successiva. Ci sta, per rendere avvincente le run su un tracciato così corto, abitualmente dalle 18 alle 22 curve. Quello che è fattibile con l’andata e ritorno, è il modificare la pista che palesemente si dimostra più lenta e tornare all’estrazione sempre del dove parti prima. Oggi il destino è stato a nostro favore, a Sestriere per esempio è stato il contrario. Ci deve essere l’assunzione di responsabilità della Fis di fare la modifica: i tracciati ugualissimi non saranno mai, ma se sono molto vicini, i 50 centesimi hanno un senso logico».

©Agence Zoom

Stesso copione, leggendo un commento di Ted Ligety a un post di fisalpine: ‘easy mix for you in the future: adjust the course between rounds when the difference in this obvious. This is a joke’. Se lo dicono loro, allora sì, si può fare.

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