Roland Leitinger è nato il 13 maggio 1991 ed è salisburghese.
È uno dei tanti atleti che utilizza Komperdell e che ha portato l’azienda sul podio. Lo sciatore austriaco nell’ultima stagione non è mai salito sul podio in Coppa del Mondo, ma ha conquistato l’argento iridato in gigante a Sankt Moritz, dietro a Marcel Hirscher.
Partiamo dall’attualità: come sono i nuovi sci da gigante?
«Saranno più reattivi e veloci, almeno questa è la sensazione di quando li ho provati per la prima volta. Per lo spettacolo se un tifoso non è proprio dentro a questo sport, non vedrà alcuna differenza. Quest’anno sarà interessante lavorare con Marcel Hirscher per capire come si trova con questi materiali».
Cambierà qualcosa nei tracciati?
«Non saranno modificate le distanze tra i pali, però forse troveremo manche ancora più angolate. Ci sarà qualche piccolo cambiamento nel ranking, ma poca roba, i migliori saranno sempre gli stessi».
Ti piace questa novità?
«A questo punto non avrei voluto cambiare, capisco che un giovane possa avere problemi a girare uno sci con il raggio di 35 metri, per me era meglio restare dove eravamo».
Vi allenate con Marcel Hirscher?
«Lui di solito si allena da solo, ogni tanto cerca il confronto e quindi viene con me e Schoerghofer, ma decide tutto lui. A noi non interessa così tanto perché in allenamento difficilmente dà il 100%, a volte siamo davanti a lui anche di 5/6 decimi, poi in gara…».
È cambiata la tua vita dopo la medaglia di Sankt Moritz?
«Non più di tanto, io vivo in un villaggio e quindi non ho notato una grande differenza. Sì, ci sono più persone che mi conoscono, però nulla di più».
In Coppa Europa molti vanno forte, poi in Coppa del Mondo si spengono. Come mai?
«Sono due mondi diversi, piste come Alta Badia, Adelboden, Kranjska Gora non esistono in Coppa Europa. Nel circuito continentale vinci sciando al 90%, in Coppa del Mondo se non sei sempre al 100% non vai da nessuna parte. Inoltre i pettorali sono alti e devi abbassarli: la prima volta che ho fatto una top 10 è stato a Soelden nel 2015, solo perché ero riuscito a prendere l’inversione con il 39».
In Austria come si vive con tutta questa competizione?
«Non siamo tanti gigantisti e quindi la pressione si sente meno. Quando sei più giovane scii con il Comitato e lì solo l’elite va avanti perché del mio anno, in tutta l’Austria, siamo entrati nelle nazionali in 2/3 persone: per arrivare in alto devi essere davvero bravo».
Obiettivi per il futuro?
«Sarebbe bello vincere la coppetta di gigante, ma prima di tutto mi piacerebbe conquistare podi e vittorie, partecipare poi ai Giochi Olimpici ed entrare nella top 7 della starting list (ora 12°, ndr)».
Articolo tratto da Race ski magazine 146 di novembre 2017. Se vuoi acquistare la copia o abbonarti visita il nostro sito.