ALTA BADIA LIVE – Il direttore sportivo dello sci alpino Massimo Rinaldi, terminato il gigante sulla Gran Risa si ferma a fare un’analisi pacata, consapevole della situazione. «Sinceramente non cerco scuse: facciamo davvero fatica a finalizzare – racconta -. Negli allenamenti fatti con svizzeri e americani, che sono andati benissimo in Val Gardena e anche in Alta Badia, eravamo sugli stessi tempi. Per esempio a Diavolezza e Livigno eravamo davanti agli Svizzeri e poi a Santa Caterina Valfurva siamo stati tremendamente dietro».
Cosa succede?
«Pagano la tensione della gara e sciano anche male, peggio rispetto all’allenamento. In allenamento fanno certe cose, in gara prendono due o tre passaggi lunghi e non riescono più a recuperare, lì ti senti in affanno e i secondi passano».
La scivolata di Luca?
«Quella è tattica, non è errore tecnico. C’erano 5 porte più vicine, non si può entrare già tagliati. Capisco la voglia di dimostrare, Luca si sente quasi in debito verso lo staff e i suoi compagni: è quello che deve dimostrare di più. Gli ho detto, anche questa mattina, di togliersi di dosso questa responsabilità, di partire sciolto e di fare quello che sa fare».
Federica e Sofia, per fare due nomi, raccontano che sono spesso aiutate dai mental coach. I ragazzi?
«Questa è una scelta personale, c’è chi lo vuole e chi non ne vuole sentire parlare, non possiamo imporre nulla. Sia per gli uomini, sia per le donne c’è una figura a disposizione. Federica? La cosa impressionante è che sabato quasi non riusciva a calzare lo scarpone, poi è uscita la campionessa, da questo punto di vista è animale da gara: quando mette i bastoni fuori dal cancelletto si trasforma, sbagliando sì, ma affrontando la gara senza timori».
Che rapporto c’è in squadra?
«Buono anche con lo staff, anche con gli allenamenti cerchiamo di variare il più possibile, da Pozza di Fassa siamo scappati a Folgaria per andare con gli americani».
I prossimi passi?
«Arrivassimo da anni di risultati in gigante, potrei parlare di giornataccia, ma purtroppo questo è un trend. La regola degli 80 al mondo non ci aiuta e quindi ora è importante avere un ricambio tramite Fis e Coppa Europa, fare i punteggi e avere più atleti da far girare. Serve ringiovanire il gruppo e creare competizione all’interno, anziché avere sempre i soliti sette quasi con il posto fisso».
I due giovani Franzoni e Della Vite?
«Abbiamo provato loro in Badia, chiaro che quando partono lo fanno per qualificarsi, ma non possiamo aspettarci tutto e subito da loro. È giusto che facciano esperienza, li vedremo ancora nei due giganti di Adelboden».