Rainer Senoner: «Non fa freddo, ma la pista ha retto benissimo»

Sono le 4 del pomeriggio, Rainer Senoner lascia per ultimo la zona d’arrivo della Saslong. Due radio, telefono in mano che squilla, ma è tranquillo. «La portiamo a casa». 

La preoccupazione non è tanto la pista, è la situazione attuale, e il motivo potete facilmente immaginarlo. «Se prima c’era una regola per tutti, adesso tutti hanno la loro regola. Credo che sarà sempre più complicato». Si parla già di soli quattromila spettatori ammessi a Schladming, di un numero molto ridotto anche a Kitz, vedremo nei prossimi giorni cosa succederà.
Intanto la Val Gardena si prepara, anche all’arrivo dei tifosi. «Non è facile, credetemi, gestire la bolla per gli atleti. La Fis ha fatto un protocollo, ma poi ogni organizzatore deve garantire la sicurezza. Impegnativo, ma poi ci sono segnali che ti fanno andare avanti con grande entusiasmo: quando abbiamo fatto le prime riunioni con tutti i volontari abbiamo chiesto le due G (geimpft oder genesen, vaccinato oppure guarito) a tutti, e alla fine solo in due sui quasi cinquecento hanno detto no. Cinquecento che sono in ballo anche dodici ore al giorno e che non lo fanno certo per i soldi, ma per vera passione».

Già, ma la Saslong? «Guarda, stamattina presto in pista la temperatura era sopra lo zero, il giorno della gara dovrebbe fare più freddo, ma a parte qualche segno ha retto benissimo».

Domanda secca, chi vince il superG? «Un discesista».

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