Diciotto anni in Coppa del mondo sono una vita. Battaglie vinte, battaglie perse. Un lungo viaggio in giro per il pianeta. Podi, vittorie, coppe, medaglie. Ma anche sconfitte, cadute, infortuni. Altare e polvere in questi eterni 18 anni di regno per Peter Fill, che oggi sulle nevi bavaresi di Garmisch Partenkirchen ha gareggiato per l’ultima volta in Coppa del Mondo. Sulla Kandahar l’ultima picchiata. Ha salutato tutti mente scendeva, come per omaggiare i tecnici che lo hanno seguito, supportato, guidato, incoraggiato lungo la carriera agonistica. Nella finish area l’abbraccio dei figli Leon, Noah e Maya. I compagni che lo innondano di spumante, le tribune in delirio, i colleghi che si tolgono sul podio il cappello per rendere omaggio a questo trentasette altoatesino che viene da Castelrotto.
Peter Fill è e rimarrà nell’antologia dello sci italiano ed internazionale. Ha vinto tre gare in Coppa del mondo, una mitica: ha domato la Streif di Kitzbuehel nel 2016, la sua vittoria più bella. Sembra ieri, sul quel podio con le lacrime agli occhi nel tempio della discesa davanti alla bolgia austriaca in delirio. E sembra ieri quando un paio di mesi dopo si è inchinato sulla neve al traguardo alle finali di St.Moritz e si era reso conto di aver vinto la Coppa del Mondo di discesa. Ed è stata la prima per l’Italia, si la prima Coppa del Mondo discesa per i nostri colori grazie a Pietro. Ma Fill non si è fermato qua. L’anno successivo, nel 2017, in Colorado ad Aspen è arrivata una fantastica doppietta con la seconda Coppa del Mondo. Ma non c’è il due senza il tre. Il 2018 è l’anno della terza: a Wengen tocca alla sfera di cristallo della combinata alpina.
Tre anni per la consacrazione, per la storia, per la leggenda. Non si contano le rassegne olimpiche e mondiali a cui ha partecipato. Fra queste segnaliamo due medaglie iridate: argento in superG in Val d’Isere 2009 e un bronzo in combinata proprio a Garmisch nel 2011, nove anni f, podio dedicato al papà Alois in quelle settimane malato. Ha detto basta insomma dopi una lunga carriera, lascia Peter dopo una lunga guerra. Una guerra singolare, fatta di neve, colore, entusiasmo, storia. E di felicità. Anche per noi che lo abbiamo seguito da sempre. Ricordi indelebili, momenti magici. Siamo cresciuti nel nostro mestiere grazie anche ai tuoi successi, sei stato per noi un bel banco di prova. Ci hai fatto lavorare, eccome se ci hai fatti lavorare Pietro. Ma proprio per questo ti ringraziamo. Grazie davvero Pietro III Il Grande. Oggi la sua 354 ed ultima battaglia.