Il gigante del Master Istruttori di sci alpino ha un valore inestimabile. Un valore nascosto ma di una grandezza straordinaria. Ragazzi che hanno lasciato l’attività agonistica ma ritornano atleti per un giorno. Tutto come prima, tutto più di prima. La sfida con il cronometro che essenzialmente è sfida in solitudine contro tutti. La vigilia che è attesa, a volte dolce, a volte trepidante. La sveglia all’alba, il riscaldamento, la ricognizione. Le dritte, i consigli, gli accorgimenti. L’ansia, il timore. Memorizzare il tracciato, sgranocchiare una barretta in partenza, attivare i muscoli, accendere il cervello, prepararsi a dare tutto in minuto lottando contro il ghiaccio e la forza centrifuga attaccati alle lamine e alla buona sorte. Atleti per un giorno sulle nevi livignasche in Federia. E’ capitato a una settantina di ragazze e ragazzi, in trentasei hanno vinto. Fra questi anche Andrea Ravelli, ex azzurro, e agli ex portacolori del Comitato Alpi centrali, Nicola Ottelli e Nicola Cotti Cottini. Tutti e tre di Brescia, tutti e tre amici che hanno condiviso e vinto quest’ultima battaglia. E’ vero, c’è la prova degli archi per accedere al Master, ma la gara vera era oggi. Quella a disegnare traiettorie con la giacca da sci è roba da maestri perfettini. E’ questa mattina, invece, che in tutina e con sci affilati come sciabole sono tornati atleti.
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