Onore a Peter Fill, ma forse si è esagerato…

Nella storia Fill. Onore a Peter Fill, con questa vittoria mette il sigillo a tutta la sua carriera. Bravissimo Peter, il suo modo raccolto di sciare, sempre in perfetto equilibrio e senza mai aprire gli angoli gli ha permesso di vincere meritatamente una gara difficilissima, anzi, questa volta forse esageratamente difficile e rischiosa. La sua seconda vittoria, ottenuta su una pista diametralmente opposta a quella della prima ne dimostrano la completezza tecnica. Sette anni fa a Lake Louise, la pista più facile della Coppa del Mondo maschile, questa in una delle gare più difficili mai disputate. Tecnicamente ineccepibile, Peter deve ricercare nel suo carattere il fatto di non aver vinto quanto gli avrebbe permesso la classe sopraffina di cui madre natura lo ha dotato. Troppo spesso non si è espresso al suo limite, in gara ha tenuto qualche riserva, infatti la sua carriera è costellata di piazzamenti, anche di podi ma di poche imprese. Questa finalmente lo è! Ricordo che proprio quattro fa, alla vigilia di Kitz, affrontai duramente con lui questa sua carenza di rischiare al limite, il risultato fu quella terribile caduta con il quasi salto mortale indietro arrampicandosi lungo la rete in uscita della Steilhang che sicuramente tutti ricordate. Nel rincontrarlo in hotel, dopo i controlli in ospedale, mi aspettavo di essere mandato a quel paese per le mie forti parole della sera prima, invece mi disse: “… oggi non puoi certo dire che non ci ho provato…!” Ecco questa volta ci è riuscito, proprio sulla Steilhang ha costruito la sua vittoria, stringendo la linea sulla gamba sinistra per infilarsi in piena velocita sulla stradina, fruttando al massimo la sua capacità di adattarsi al terreno molto “mosso”, proprio come era già successo a Lake Luise ad inizio stagione, negli altri suoi due podi stagionali.

ESAGERAZIONE – Si è esagerato? Appunto terreno molto mosso, questa volta pericolosamente troppo “mosso”! Come già raccontato, la nuova filosofia della F.I.S., nel preparare il fondo delle piste da discesa, è quella di movimentarle molto per non permettere il perfetto vincolo sci-neve, limitando di fatto la capacità degli atleti di accelerare in curva. A Kitzbuehel si è, secondo me, esagerato. Già in super gigante, complice un tracciatura non azzeccata, non si è vista una bella gara, dove per vincere non occorreva spingersi al limite ma bisognava cercare di sbagliare meno degli altri. Personalmente non gradisco ciò, preferisco di più uno spettacolo dove i campioni si esibiscono al massimo delle loro possibilità, non dove devono fare i ragionieri. In discesa poi, complici le avverse condizioni meteo, il dover per forza correre per accontentare gli spettatori e il business, si è fatto rischiare agli atleti l’inverosimile. Perso per il resto della stagione l’atleta più forte, Aksel Lund Svindal, rotto Georg Streitberger, e Hannes Reichelt miracolosamente illeso, più gli infortuni durante le prove di Max Franz e Florian Scheiber. In passaggi già normalmente estremi, con quella velocità, con la scarsa visibilità e con lo stress per le continue interruzioni, la gara si è trasformata in un massacro, dove solo con un po’ di fortuna si usciva indenni dai punti critici. Mezzo inferno, non certo pianificato da un finora ottimo Markus Waldner, ma a cui questa volta è scappata la mano. Non è una scusa il fatto che il meteo ha fatto le bizze proprio e solo nelle ore della discesa, a Kitz si sa, si corre sempre e comunque e perciò bisognava metterlo in conto. Tutto in funzione dello spettacolo, a questo sport serve, ma questa volta forse non ne è valsa la pena.

NOTE POSITIVE – Mi piace ancora annotare altre ottime prestazioni. Quella dei due campioni svizzeri Beat Feuz e Carlo Janka, sui due gradini più bassi del podio. Accomunati dai continui infortuni che hanno frenato le loro carriere, e compatti come Fill nella sciata. Per i nostri colori, la crescita continua di Mattia Casse: ottimo in super gigante e fermato in discesa dalla giusta sospensione della gara al numero trenta. Ha una capacità tecnica di vincolo laterale come nessuno, ora che è sempre più sicuro di se avrà senz’altro modo di rifarsi della mancata partenza. Tre vittorie italiane a Kitz con tre atleti diverse, Kristian Ghedina, Dominik Paris e Peter Fill, a bordo pista tutte e tre le volte Alberto Ghidoni, non può essere il caso!

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