Oggi 37 anni fa la prima vittoria di Alberto Tomba in Coppa del Mondo

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«Appenninico cittadino» lo definì il compianto Alfredo Pigna in telecronaca per la RAI, subito dopo il trionfo. In cabina con lui c’era anche Gaetano Coppi, futuro presidente FISI. Che giorno quel giorno! Oggi, ma 37 anni fa. Il 27 novembre 1987 il sole splende su Sestriere quando una nuova stella si alza nel cielo dello sci mondiale, pronta a illuminare l’intero inverno 1987-1988 e molte altre stagioni a venire. 

Alberto Tomba da Castel de’ Britti, frazione collinare di San Lazzaro di Savena, classe 1966, cresciuto anche sulle nevi di Cortina, dove la sua famiglia usava trascorrere le vacanze invernali (seguito da Roberto Siorpaes e sua moglie Yvonne Ruegg, campionessa olimpica), pettorale n.25, vince la sua prima gara in Coppa del Mondo, uno slalom al Colle, precedendo Jonas Nilsson, svedese, e Günther Mader, austriaco. Due giorni dopo farà il bis, in gigante, sotto una fitta nevicata, nonostante un errore vistoso nella prima manche e un’intossicazione alimentare, battendo di 9 centesimi Ingemar Stenmark, per l’unico podio podio condiviso tra il fuoriclasse bolognese e quello svedese, avviato a fine carriera (ma vincerà un’ultima competizione in gigante nel febbraio del 1989 ad Aspen, l’86ª in Coppa del Mondo). Da notare che il 28 novembre 1987, quindi il giorno dopo, una 17enne Deborah Compagnoni terminerà 5ª con pettorale 41 nel superG disputato sempre al Sestriere e vinto dalla futura campionessa olimpica di Calgary, Sigrid Wolf, austriaca. E’ il primo grande risultato per la valtellinese a livello senior. 

Tornando a quel 27 novembre, Alberto, già in testa a metà gara, vanta fin lì un podio nel circuito maggiore (2° nello storico gigante disputato in Badia il 14 dicembre 1986, dietro Pramotton e davanti a Oswald Tötsch), il bronzo iridato a Crans Montana ’87 in gigante dietro Zurbriggen, e Girardelli e in totale comunque ben dieci top10 in Coppa del Mondo in tre specialità diverse. 

«Il giorno che cambia per sempre la storia dello sci alpino italiano – si legge su Oro Bianco (2018, Infinito Edizioni) – […] è il 27 novembre 1987. All’ora di pranzo Alberto Tomba conquista in slalom speciale il primo di 50 successi in Coppa del Mondo. […] Tomba si butta tra le gente, brinda con i tifosi, firma autografi, dà appuntamento a tutti al gigante, stesso posto stessa ora, due giorni più tardi. Trionferà anche in quello. Lo sport della neve italiano e internazionale non sarà più lo stesso». Già nell’estate del 1987 Alberto in allenamento rifila distacchi abissali a compagni e avversari, ma pochi lo sanno. Si è fatto conoscere nel famoso Parallelo di Natale, certo, alla Montagnetta di San Siro, Milano, nel dicembre 1984, ma anche ad Åre, Svezia, il 23 febbraio 1986, sesto in slalom con pettorale 62, e giusto poche settimane dopo, sempre sesto, ma in superG, a Whistler Mountain, in Canada. 

Gianni Bianco scrive così in Alberto Tomba, volume uscito poi nel 1988: «Alla vigilia della stagione 1987-1988 Alberto mette di scorta al gesto tecnico due importanti guardaspalle: una eccezionale rapidità di esecuzione e un’agilità sensazionale. L’una e l’altra con lo scopo di rimediare ai 3-4 (anche piccoli) errori che sono normali in una gara fra decine di porte, senza per questo pagare il pedaggio usuale per altri. Lo aiutano i consigli di Gustav Thöni (poi suo tecnico personale, ma solo a partire dall’estate 1989, NdR) e Tino Pietrogiovanna, suoi allenatori in squadra, e l’applicazione del professor Vittur, il preparatore del team. Nei mesi estivi Tomba effettua un lavoro atletico raddoppiato rispetto all’anno precedente e riduce dal 17% al 13% il valore del grasso corporeo». Riuscendo al contempo a eliminare quei difetti che in parte l’avevano frenato nella stagione precedente, quando era già velocissimo, ma usciva spesso, ovvero l’arretramento e l’inclinazione del busto verso monte. 

Il resto è storia. 

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