«Una gara così non me la sarei immaginata neppure nel peggiore incubo». Matteo Guadagnini è rassegnato: il gigante era una delle gare più attese ed gli azzurri sono sprofondati. Il tecnico della squadra azzurra non ammette attenuanti. «Eravamo arrivati anche preparati a questo appuntamento, sapevamo di poter essere competitivi, invece nulla: mai in gara, sempre lontano dai primi». E’ bastato un pendio un po’ più facile, una neve un po’ morbida e la squadra azzurra si è sciolta. Blardone è l’unico che è ‘rimasto in piedi’ anche se solo nella prima manche, Simoncelli aveva un ritardo di 74 centesimi già dopo 41 secondi di gara, il tempo parziale di Moelgg al primo intermedio della seconda manche vale la trentacinquesima posizione, Ploner ci ha provato solo nel finale della seconda manche con il terzo tempo parziale. Insomma troppo poco. Nessuno ha fatto errori clamorosi, tutti non riuscivamo a far correre lo sci. A mani vuote anche questa volta, dopo Torino 2006. «Non cerchiamo attenuanti – ha concluso Guadagnini – lasciamo perdere le caratteristiche della pista o la condizione fisica degli atleti. Peggio di così non poteva andare. Il futuro? Non ci voglio pensare».

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