L’occasione di una vita da non farsi scappare. Pinturault: «Una liberazione»

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COURCHEVEL – La Francia è in delirio, quando viene annunciato il nome di Alexis Pinturault, il parterre di Courchevel esplode in un boato. Le bandierine sventolano in cielo e lui, l’enfant du pays, tira un sospiro di sollievo. «Incredibile questa medaglia d’oro in combinata, per di più davanti al pubblico di casa». Parla di una occasione da non perdere, perché consapevole che i Mondiali in Francia li avrebbe vissuti una sola volta, nel suo “villaggio” – così lo definisce – lo stesso. «Una chance che non hanno moltissimi atleti in carriera – racconta in conferenza stampa -. E quindi bisognava approfittarne, serviva cavalcare l’onda». 

Ma questa medaglia d’oro era tutt’altro che scontata. L’appuntamento nella sua Courchevel lo aveva in testa da tempo. E forse non ha giocato a favore del francese che arriva da una prima parte di stagione difficile, in cui tutto era possibile, anche tornare a casa con una cocente delusione. «Questi Mondiali erano nella mia mente da quasi due anni, oggi è arrivato tutto insieme: non ho passato un periodo facile, ma sono arrivato qui con la voglia di divertirmi e con tanta determinazione». 

A Schladming non si è qualificato per la seconda manche dello slalom, a Kitz neppure, poi ha saltato lo slalom di Chamonix per concentrare tutte le sue energie sulla combinata. In mezzo anche un raffreddore. «Non ho voluto prendere decisioni affrettate e questa mattina stavo meglio». 

Alexis Pinturault ©Agence Zoom

Con un Marco Schwarz così agguerrito anche in velocità, Pinturault sapeva che avrebbe dovuto fare una super manche di superG. «Sapevo anche che non sarebbe stato sufficiente e che avrei dovuto spingere nello slalom: è stata una battaglia». 

E quando l’austriaco è finito alle sue spalle ha finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo. Non per l’oro, ma per una medaglia che quasi certamente si sarebbe messo al collo davanti al pubblico di casa. Bè, il titolo è stato qualcosa di speciale e, come più volte ripetuto dallo stesso transalpino, di inaspettato alla vigilia. Visto appunto l’ultimo periodo. «È stata una liberazione, così come è stata una liberazione ascoltare la Marsigliese». Un momento particolare, che Pintu ha condiviso anche a medal plaza. «Davanti al mio pubblico, nella mia stazione, ai miei amici e famigliari: era importante questa medaglia, bisognava approfittarne». 

E lo ha fatto, eccome se lo ha fatto. 

La storia di Alexis Pinturault, della sua carriera, la potete leggere nel suo libro, ora disponibile anche in italiano. 

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