Se non conosci Wengen, se non ci sei mai stato, ti servirebbe una guida turistica, una balia, un accompagnatore. Fra stazioni, treni, coincidenze, impianti, collegamenti e una pista lunga quattro chilometri fra placche di ghiaccio e neve riportata, immersi in una ingente coltre di nebbia. Un cinema. Spettacolare e suggestivo certo, ma da intenditori. La sveglia suona presto al Falken e via alla stazione con i ragazzi. C’è da prendere il trenino direzione Kleine Scheidegg e a seguire la seggiovia che porta alla partenza della leggendaria pista Lauberhorn.
RICOGNIZIONE – Mentre si sale sul treno con i discesisti, le radio gracchiano già in più lingue: la partenza è già abbasata, si parte dall’Hundschopf. Non c’è altra soluzione. Dalla partenza tradizionale tira vento, oltre non vedere nulla, e così pare scontata la decisione presa da FIS e comitato organizzatore. Gli azzurri iniziano la ricognizione: Dominik Paris, Peter Fill, Emanuele Buzzi e Mattia Casse. E poi c’è Paolo Pangrazzi, non verde come i piumini degli azzurri ma immerso nella mantella blu della Polizia. Minschkante, Canadian Corner, Kernen Esse, Stradina, Curve del SuperG, Hanneggschuss, Finish Esse. Si scende verso il traguardo.
PARTENZA 12.30 – Si vede poco, continua a nevicare. Facce tese, poche parole, si prospetta un’altra giornata eterna. Una stagione che sembra balorda per la discesa. Il direttore tecnico Max Carca ci fa sapere: «Si parte alle 12.30, il programma è confermato. Sarà dura però, l’unica cosa certa è che l’unica partenza fissata è quella in allestimento all’Hundschopf». Vedremo, intanto in questo angolo di Bernese continua a nevicare fitto e si spala la neve in pista, grazie alla presenza dell’esercito elvetico.
AGGIORNAMENTO ore 11.10 – Visto la nevicata incessante e soprattutto la scarsa visibilità è stata presa la decisione da parte del comitato organizzatore e della FIS di cancellare la discesa. Alle 17 riunione di giuria.