Incertezza sulle condizioni di Christof Innerhofer, delusione sul volto di Dominik Paris e Peter Fill. I due azzurri volevano il podio. Che non è arrivato. «Non sono riuscito a fare quello che volevo – dice Domme -, peccato, qui non riesco a salire sul podio». In zona mista parla con i giornalisti, poi arriva Kjetil Jansrud con il quale si intrattiene per qualche minuto per parlare delle rispettive prestazioni. Cosa vi siete detti? «Abbiamo fatto il punto sulla gara, anche lui mi ha detto di non essere riuscito a trovare il ritmo». A vedere, gli azzurri sembrano aver scelto una linea particolare sull’Hundschopf. «Ho provato a stare più alto per portare fuori una buona velocità, ma è molto difficile quel passaggio perché bisogna affrontare un tornante di 180 gradi». E poi un passo indietro, alla combinata alpina di ieri. «I primi due non hanno corso, è stato un vantaggio, ma devo anche dire che noi abbiamo provato la pista una volta in più, con una velocità maggiore. Comunque Feuz ha già vinto qui, sa come si fa, non ci sono scuse da trovare».
Peter Fill è stato fermato in partenza per la caduta di Christof Innerhofer e il pensiero è subito volato lì, al compagno di squadra. «Era subito davanti, quindi ho capito che era successo qualcosa, anche perché l’ho sentito anche dall’altoparlante – dice -. Poi sono ripartito quasi subito e quindi ho capito che era tutto ok». Una brutta partenza per Peter che ha rischiato di cadere durante la fase di spinta. «Mi si sono incrociate le code e ho perso tanta velocità. La mia prestazione? Penso di aver fatto una bella gara perché avevo le gambe dure ed ero stanco dopo la combinata. Hanno fatto bene i primi due a non farla, anche io volevo prendere questa decisione: non si smette mai di imparare». Fill parla poi di Feuz e della pista, dura e massacrante. «Ha sciato forte, i numeri bassi qui sono sempre meglio, perché poi inizia a sbattere, ma lui ha fatto la differenza sugli sci e non con il pettorale. Si possono limare centesimi importanti in ogni punto, però bisogna comunque fare bene dalla prima all’ultima porta. Tanta gente, una grande festa, oggi bisognava andare forte».