«Oggi è un giorno difficile, duro. Da oggi la mia vita cambia». Antonio Fantino ha detto basta dopo una stagione che ha considerato sotto le sue aspettative. E’ finito il gigante dei Campionati Italiani Assoluti che ha chiuso al diciassettesimo posto. Toni si beve una birra con Giovanni Borsotti con cui ha condiviso tante battaglie. C’è anche Andrea Squassino con loro. Fantino è stato fra le eccellenze nazionali da Children e Giovane. A 18 anni l’esordio in Coppa del Mondo: prima Soelden e poi Val d’Isere. Prima dell’appuntamento in Badia un infortunio alla mano e via una serie di problemi e tribolazioni che lo hanno allontanato dal grande palcoscenico prima e poi anche dalla squadra azzurra. Poi gli anni da Senior, prima con i carabinieri e ora tesserato con l’Arma ma senza essere parte integrante del gruppo sportivo. Dentro e fuori dalla Coppa Europa, spesso davanti nelle FIS come nelle ultime stagioni ma sempre poco considerato. E’ il destino di quegli #InossidabiliSenior che sistematicamente sono davanti a tanti giovani ma senza avere un futuro. «Mi aspettavo di più quest’anno, smetto. Certo, mi mancherà lo sci, il cronometro, il confronto, ma è anche dura primeggiare in un sistema così».
LA LETTERA DI PAPA’ ALBERTO – Riportiamo inoltre la lettera di papà Alberto indirizzata a Toni dopo l’addio alle gare. Eccola.
«Peccato, ma purtroppo troppi infortuni e per di più uno dietro l’altro nel momento decisivo della carriera agonistica A soli 18 anni dopo due gare di Coppa del Mondo Solden e Val D’Isere dove ha fallito la qualificazione per pochi centesimi, arriva anche la chiamata per la Gran Risa. Ancora una volta tutta la famiglia parte al seguito, ma il giorno prima della gara in allenamento si rompe la mano É l inizio di una serie infinita di infortuni. Due ernie del disco espulse, due crociati. Addio alla nazionale e così…fuori squadra! Circuito Senior, ultima chiamata per un posto in azzurro. A metà marzo primo in classifica è praticamente fatta. Allenamento di rifinitura a Limone e rottura del menisco. Stagione finita e un altro addio alla nazionale. Peccato, veramente peccato. Nessuno aveva mai vinto tanti titoli italiani (e non solo da Children) come Tonino fino a 18 anni. Destino crudele! A nulla è valsa la determinazione e l’impegno di questi ultimi anni. Abbandonato al proprio destino e al fai da te, a chiedere pietà alle case di sci per un un attrezzo competitivo. E questo anche a pagamento, ma senza successo. Così è questo ambiente. Certamente chi riesce ad imporsi lo fa solo per meriti propri e non per le attenzioni di un ambiente arido e privo di sentimenti. Ma cosi è la vita. Bravo Tonino per tutto quello che hai saputo dare a questo sport difficile e complicato e soprattutto per tutte le gioie che mi hai dato nel vederti trionfare. Auguri per la tua nuova vita allora…».