Le supercombi, la FISI e il 'caso della news di Race'

Ravetto: 'Speriamo che queste gare siano state utili…'

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato in anteprima la notizia che la FISI aveva organizzato, tramite il validissimo sci club Aosta, due supercombinate maschili a Pila, quelle poi disputate questa mattina e vinte da Peter Fill. Una scelta fatta per cercare di aumentare il contingente per Sochi. Infatti i posti attualmente assegnati all’Italia sono davvero pochi, dodici, così l’intento della Federazione Italiana Sport Invernali è stato quello di correre ai ripari e mettere in piedi in fretta e furia le due supercombinate. Nel computo totale per stilare i posti di ogni nazione per Sochi, si guarda infatti che gli atleti abbiano punti più punti possibili in più discipline (e almeno cinque piazzamenti in gigante e slalom, tre in dicesa e superG).

Come alcuni di voi avranno notato, la notizia è rimasta on line solo due ore ed è stata poi eliminata. Perché? La FISI, per bocca dei più alti quadri tecnici, infatti ci ha chiesto di non pubblicizzare l’evento per evitare che gli stranieri arrivassero numerosi a Pila, rovinando in questo modo il ‘piano’ degli azzurri. La posta in gioco era troppo alta, affermavano i vertici tecnici della FISI, così abbiamo deciso di eliminarla. Noi, intendiamoci, lo abbiamo fatto solo ed esclusivamente per il bene degli azzurri, per la loro presenza a Sochi. Niente di più. E ora in queste righe stiamo a spiegare il motivo perché ci sembra assolutamente doveroso. 

Oggi il direttore tecnico Claudio Ravetto è tornato sull’argomento: «Come anche altre nazioni, anche noi abbiamo organizzato queste gare con lo specifico obiettivo di fare punti in supercombi e aumentare così i posti per le Olimpiadi che prevedono un conteggio globale degli atleti su tutte le discipline. Siamo riusciti in questo intento? Speriamo, il meccanismo è talmente macchinoso che non abbiamo certezze. Tuttavia volevamo tenere segreta questa manifestazione, ecco il motivo per cui abbiamo chiesto di fare la cortesia e di venirci incontro, cancellandola. Di questo sono grato alla redazione». 

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