L'analisi di Ravetto sull'incolore prova degli azzurri

La parola al direttore tecnico maschile

Siamo rientrati dall’Oetztal nella notte, in seguito alla prima tappa della Coppa del Mondo 2011-2012. Soelden rimane un grande appuntamento, il primo atto, un po’ come il primo giorno di scuola. Tanta l’attesa e anche le aspettative per questo primo confronto dopo un’estate e il primo mese di autunno dedicati agli allenamenti. Il dt degli uomini Claudio Ravetto traccia un primo bilancio: «Il risultato non è positivo. Mi aspettavo di più, forse anche per quello che ho visto a Tignes. Sul ripido ci siamo difesi bene, meglio degli anni passati. Per questo sono fiducioso per i giganti puù tecnici, come Val d’isere o Alta Badia dove possiamo essere protagonisti. Tuttavia sul piano non riusciamo a fare velocità, facciamo davvero fatica, perdiamo un’enormità. Lo so, è il nostro problema, ma la questione non è nuova. Su certi pendii non siamo competitivi, difficile esserlo con questo materiale umano. Su altre pendenza invece possiamo ancora dire la nostra, in forza anche di quello che ho visto sul muro. Da Davide Simoncelli non mi aspettavo molto, invece nella prima ha fatto veder cose buone, Massimiliano Blardone e Manfred Moelgg, ma anche gli altri hanno fatto troppa fatica. Peccato per Giovanni Borsotti. Christof Innerhofer? In discesa ha imparato a non farsi più sorprendere dai cambi di pendenza, in gigante però non ancora».

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