La rinascita di Maurberger

Che significato può avere un ventesimo posto? Nel caso di Simon Maurberger sicuramente parecchio. Il ’95 della Valle Aurina non gareggiava fra le porte larghe del gigante da un anno e mezzo. Un periodo davvero tribolato per un infortunio al ginocchio che sembrava non avere fine per alcune complicazioni. Maubi non ha mollato. Un lungo recupero per uno dei pochi azzurri, sicuramente il più competitivo, che disputa slalom e gigante in Coppa del Mondo. Quinto sulla leggendaria Planai di Schladming e decimo a Zagabria fra le porte strette, quindi quindicesimo in gigante a Garmish Partenkirchen appena prima dell’infortunio. Aveva imboccato la strada giusta, quella della regolarità, della continuità. Poi l’infortunio ha frenato il momento dell’ascesa. Adesso per l’altoatesino questo ventesimo posto certifica un ritorno. Al via con il 42, ha preso le misure nella prima frazione del gigante di Soelden, terminando ventinovesimo. Nella seconda manche ha attaccato: più solido, un’azione più continua ed efficace, capace di far correre lo sci nei tratti più dolci come le prime porte e dove il Rettenbach spiana. E così nove posizioni recuperate fino alla ventesima piazza e soprattutto il terzo tempo di manche (il migliore è stato del norvegese Lucas Braathen settimo alla fine).

Simon Maurberger in azione sul Rettenbach ©Agence Zoom

Lo avevamo incrociato a maggio sul Lago di Garda in bici con i senatori Manfred Moelgg e Stefano Gross e il dott. Matteo Guelfi. Non aveva ancora rimesso gli sci Maubi. Lavorava duramente a secco, aveva un entusiasmo da vendere, ma l’incognita delle sensazioni sulla neve erano alte. Così, vederlo esultare al termine della seconda sessione è stato liberatorio per tutti: per lui, per i tecnici Fisi, per l’opinione pubblica e per i tifosi. Uan lunga carvata appena ha tagliato il traguardo, gli occhi fissi sul tabellone. Il leader’s corner, i pensieri di essersi ritrovato, gli occhi appiccicati allo schermo e allo schuss finale per vedere il riscontro degli altri ragazzi. La soddisfazione insomma di aver completato il ritorno e poter guarda avanti finalmente. «Che liberazione!», ci dice Simon nel parterre. E risultato a parte, per dirla anche con il dt Roberto Lorenzi «Maubi, a tratti, ha sciato davvero bene nella seconda manche». Continua l’azzurro: «Da metà muro in giù nella seconda frazione ho avuto un ottimo ritmo e sono riuscito a fare delle curve efficaci. Ma la cosa più bella, è stato vedere all’arrivo ancora il pubblico in festa. Affacciarsi al cancelletto di partenza e osservare questo spettacolo ti carica davvero…». Maubi è tornato. Ma siamo solo all’inizio…attenzione.

 

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