Jacopo Zardini scia fra le nuvole

Chissà se poi ci vedremo ancora. Chissà se ci abbracceremo di nuovo. E’ la speranza di tutti, la cosa che accomuna davvero ogni persona. E lo sogna ogni giorni da quattordici anni Paolo Zardini, storico allenatore dello sci club 18 Cortina e papà di Jacopo che ci ha lasciati. E lo sogna anche Sabrina, sua madre. E anche Alessia, la sorella maggiore che è già mamma. E chissà, soprattutto, in che angolo del cielo sarà Jacopo.

Certamente oggi è stato ancora di più dentro a Paolo, Sabrina e Alessia. Perchè ogni anno Jacopo gareggia ancora. Scia fra le nuvole. Uno slalom differente. Senza ordini di partenza, senza classifica, senza cronometro, dove non si vince e non si perde. Curve nel cielo: armoniche, candide, leggere. Fra le nuvole a tutte le quote, a ogni latitudine e dislivello. Una gara eterna, universale.

E oggi al Col Gallina, a Cortina, un sole e una luce incredibile sprigionavano energia, infondevano speranza. Quell’energia che ogni anno a Pasquetta Paolo Zarda sfrutta appieno per andare avanti un altro anno come se lo slalom fra le nuove fosse una carica, una medicina, una spinta, forte anche della pazzesca vicinanza del mondo dello sci alla ferita si Zarda, che se è anche cicatrizzata in parte, rimarrà per sempre.

Quattrocento partenti e tanti personaggi dello sci agonistico che conta oggi per Jacopo e per la sua famiglia. Fra questi c’era anche Johnny Feltrin, allenatore della stellare squadra azzurra femminile di velocità di Coppa del Mondo. Anche la sua bimba, Eleonora, ha vissuto un’esperienza simile a quella di Jacopo. Anche se il disegno per lei è stato diverso ed oggi sta per terminare il suo percorso universitario. Oggi lo sport un’altra volta ha unito e ha trionfato. Oggi eravamo tutti con i pensiero fisso per Jacopo, perchè a volte a pensare alle cose vere, ti aiuta per ogni tuo problema, per ogni tua preoccupazione, per ogni tua debolezza. Quel pensiero fisso che anima Zarda ogni mattina quando va a trovare nella casa terrena Jacopo al cimitero di Auronzo di Cadore. Ma la sua casa è da un’altra parte. Ah, a proposito, poi lo slalom di Jacopo lo correremo tutti primo o poi eh…

 

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