In viaggio verso Pechino tra tamponi, codici e mille controlli

Non è un lungo viaggio aereo e basta. Il viaggio per Beijing, il lungo cammino per le Olimpiadi è iniziato due settimane fa quando scarichi sullo smartphone l’applicazione My2022. E quando ogni giorno sei obbligato a comunicare la temperatura e rispondere al questionario sul tuo stato di salute. «Che temperatura hai? Tosse? Raffreddore? Diarrea?». Quattro giorni prima del volo un tampone rigorosamente molecolare; due giorni prima invece un molecolare con metodologia e codici cinesi. Ti dicono loro dove farlo, quali sono i centri indicati, non puoi sceglierlo tu. Troppo facile. Si procede così a caricare sull’applicazione, oltre alle generalità tradizionali, gli esiti delle negatività, i dati del passaporto, le vaccinazioni, il green pass, dove risiederai in Cina, il numero del volo con le date di andata e ritorno. Questa operazione genererà poi un codice, che arriva solitamente poche ore prima della partenza. E’ il lasciapassare, la chiave di svolta, lo strumento che certifica che sei in regola. Già le regole. Un approccio quasi maniacale, un susseguirsi di documenti da acquisire, un moltiplicarsi di dati.

Lara Della Mea e Anita Gulli a Malpensa

2 febbraio ore 13. Ci siamo. Aeroporto di Malpensa terminal 1, CheckI In 15 di Air China. Direzione Beijing. Ci sono le canadesi, le slovene, le azzurre dello slalom. Anita Gulli e Lara Della Mea, con il tecnico Devid Salvadori e lo skiman Gabriele Morandi. Si carica il materiale sui nastri. Biglietto in mano, non sembra vero. Ci siamo? Lo crediamo vivamente, ma c’è un altra sezione della App. da compilare. Altri dati, altre domande, altre indagini. C’è da generare un altro code, quello che servirà appena atterrati a Pechino. Ci mettiamo a compilare il tutto dal cellulare. Solo Giulia Candiago, che cura i rapporti Fis-media, rinvia l’ultima schedatura (l’ultima?) e si butta su insalatone a ripetizione. Sono le ultime forse? A pensare a quello ci aspetta in aereo da mettere sotto i denti sicuramente. Ci portano al aeromobile di Air China.

Ricordate le hostess? Nell’immaginario collettivo così eleganti, dal portamento affascinante alte tendenzialmente, profumate. Ci ricevono invece addette di Air China avvolte da una tuta bianca dalla testa ai piedi. Sembra di essere con delle infermiere in un reparto di terapia intensiva. Doppia mascherina e occhiale protettivo. Siamo pronti a planare è vero, ma sembra di andare quantomeno sulla luna se non all’ospedale.

Saranno nove ore di volo. La distanza all’interno è rispettata: uno per fila. Il cibo è all’interno di un sacchetto sigillato. Carne secca, due panini, dice mandarini, due biscotti. Acqua a volontà. I nostri angeli custodi ci accudiscono comunque. E prima di coricarsi sui sedili ci provano la febbre, operazione ripetuta poi dopo qualche ora. Viene da chiedersi. E se uno la febbre l’ha per davvero dove lo spediscono? Nelle file di fianco ci sono le due ragazze dello slalom. Lara sprofonda in sei ore di sonno. Anita alterna qualche pisolo al cibo che prontamente si è infilata nella zaino prima dell’imbarco. Già, l’insalata va sempre per la maggiore. Scelta azzeccata.

Il volo è puntuale. Pechino ci aspetta con i sole e il cielo blu. Lo intravedi dalle vetrate di un terminal dedicato solo agli accreditati ai Giochi, lo scorgi prima di iniziare una serie di controlli a raffica. Ti appiccicano un adesivo sulla giacca, vai ad una macchinetta e inserendo il passaporto ti stampano l’ultimo code. Sarà quello che dovrai tenere sempre con te fino all’arrivo in albergo. E adesso? Non lo vuoi fare un altro tampone molecolare? E noi che siano esperti ormai di tamponi da due anni buoni, facciamo presto a capire che questo è invasivo. Il più invasivo. Poi tocca ai controlli dell’immigrazione con le foto di rito, quindi il passaggio al desk del comitato organizzatore che ci convalida l’accredito.

Controlli a tappeto all’aeroporto di Pechino

Sembrano un esercito per davvero gli addetti. La pattuglia dei cinesi all’aeroporto setaccia donne, uomini e bagagli con assoluta precisione e metodi da catena di montaggio. Sono discreti per l’amor del cielo, sicuramente gentili, anche se capisci subito che non c’è spazio per tutto ciò che non è prestabilito, fissato, pensato chissà da quanto e come. Anche il personale ha compiti e ruoli differenti. Un adesivo sul petto distingue le mansioni. Una donna, lo capisci che lo è dal tono della voce dal momento che essendo così imbacuccati è impossibile da altro, ha il simbolo della falce e martello in bella vista sul petto. Una responsabile? Probabile. Ci separano, ci dislocano, ci smistano. Eccoci sul nostro bus. Top nove ore di volo, tre e mezzo all’aeroporto, ci aspettano quattro ore di bus per raggiungere Zhang-jiakou e più precisamente la nostra camera al Prince Hotel. C’è da prendere la mano con questo nuovo pianeta adesso. Ora si alzerà il sipario: c’è la inaugurazione oggi alle 13 (ora italiana) aPechino  dei XXIV Giochi Olimpici Invernal Beijing 2022. Noi ci siamo. Siamo pronti per la battaglia.  

 

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